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Ella pensava all'inopinato avvenimento che d'improvviso stringeva anche meglio il legame spontaneo fra lei e il figlio di Clara Dolores. Non era più una simpatia, non un'amicizia fresca e rara, ma una simiglianza di casi per la quale lo stesso uomo faceva male e al bambino e alla fanciulla.

Io non ho fatto languire il conte Mario Vergalli. Gli ho detto sempre che non avevo intenzione di passare a seconde nozze.... Egli mi rispettava troppo da chiedermi d'esser la sua amante. Si contentò di quello che gli offrivo... un'amicizia schietta, profonda, un'affezione fraterna.... O che non vi possa essere tra uomo e donna una di queste affezioni?

Difatti, come gli fu alquanto sbollita, conobbe il suo torto, ma più ancora il pericolo a cui s'era esposto, da solo contro un'intiera brigata, e giurò un'amicizia eterna al signor Ariberti, del cui nome, per altro, non poteva ancora pronunciare i due erre.

Di presente poi, che i Francesi erano entrati in Milano trionfalmente, che le sorti s'eran profferte interamente a loro, e alla causa Sforzesca più non rimaneva che un barlume, ma ben fioco e assai lontano, nella persona del duca di Bari, e che tra i due tiranni della Romagna e la Francia v'era un'amicizia molto tenace, comprese che il suo disegno era assai difficile a colorirsi, e più ch'altro, stringendo il tempo, aveva bisogno di un colpo risoluto.

E come lui credeva di aver innanzi una creatura trasfigurata, che gli avrebbe dato le fredde, tranquille e ultime tenerezze senz'amore, ma tenerezze sicure di un'amicizia muliebre, così ella si lusingava di poter essere questa amica gelida, affettuosa e quieta.

E un'altra volta, malgrado suo, un sospetto assurdo, mostruoso, ma avvalorato da inesplicabili circostanze, il sospetto che fra il marchese e Maria ci fosse stato qualche legame assai più intimo di un'amicizia superficiale, lo turbò a un tratto, e vivamente. , era un sospetto mostruoso, assurdo, egli lo credeva, voleva crederlo: ma, e allora, perchè quel pallore?... Perchè quella confusione?...

«Io, come puoi bene immaginarti, le ho chiesto subito il permesso di mandare a te questa buona notizia. Era una consolazione per me, poichè mi era dato di associarmi in qualche modo alla sua buona azione. Fate pure (mi ha risposto) purchè la notizia non abbia l'aria di venire da me, e sopratutto purchè il Malatesti non sappia che ho fatta questa parte per lui. Ma perchè questo? domandai. Il perchè mi par chiaro; voi stesso, Landi, avete decorato del nome di buona azione ciò che ho potuto ottenere io, seguendo l'impulso di un'amicizia costante. Ora, delle buone azioni è bene sentir gli effetti, senza conoscerne l'autore; lasciatemi il gusto della modestia, che mi procurer

La sua esperienza gli diceva che la contessa aveva per lui tale un'amicizia, tale una confidenza, tale un abbandono d'anima, che con poco, s'egli avesse voluto, il sentimento avrebbe preso altra forma e altro nome. Egli non voleva; ma per non volere, stringeva i denti e i pugni.

Appena l'uscio si fu richiuso dietro Bardelli, Diana, come esausta di forze, si abbandonò sulla sedia e si coperse il viso colle mani. Le pareva d'uscire da un sogno. Era possibile? Eugenio Bardelli, il giovine goffo, impacciato, dall'aspetto d'adolescente, ch'ella, a Torino, era usa a vedere ogni giorno e a trattare con la dimestichezza d'uno di famiglia, il piccolo Bardelli le aveva fatto una dichiarazione d'amore? A lei che non aveva da rimproverarsi la più innocente civetteria con nessuno, a lei per cui la donna galante era un fenomeno incomprensibile? Ed ecco che ora un'amicizia di oltre tre anni era rotta per sempre e Bardelli non sarebbe entrato più in casa!... Oh, egli aveva ben compreso che non poteva rientrarvi, e Diana gli era riconoscente di essersi licenziato da ... E pure, a pensare ch'egli non sarebbe venuto quella sera, il appresso, mai, ch'egli non avrebbe mai ripreso in collo Bebè a cui voleva tanto bene, ella provava una pena, uno strazio!... E l'assaliva il dubbio d'esser stata troppo rigida, troppo impassibile, e la crucciava il rimorso di non aver saputo fermar sul labbro dell'imprudente ragazzo le frasi irrevocabili... Se subito, assumendo verso di lui non gi

Mi giova qui intorno al Pagani riferire per intiero la nota che trovasi nell'importante volume del Romussi; "Giambattista Pagani fu condiscepolo di Manzoni nel Collegio dei Nobili (Longone) di Milano, e gli conservò sempre un'amicizia che molti anni di lontananza non riescirono a spegnere, ad indebolire. Fino ai loro ultimi giorni si scambiarono con schietta cordialit