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I legati dunque che papa Gregorio mandava a Roberto Guiscardo ed al principe di Salerno erano Alberada, camuffata della cocolla di frate, che pareva giovanissimo novizio, e l'abate Ugone di Cluny, entrambi incaricati di missione diversa.

Cosa potrebbe toccargli? Uditeci bene, madonna, e voi altresì Ugone abate di Cluny; perchè gli è bisognevole che voi sappiate la nostra volont

Il per la dieta di Tribur arrivò. Vi si recarono quanti castellani tenessero feudi nella Svevia e nella Sassonia, alla testa di grosse squadre di cavalli. Vi trassero i Bavari condotti da Guelfo, i Sassoni in numerose torme guidate da Ottone di Nordheim, e quasi tutti i signori dell'impero, coi rispettivi arimanni, fossero essi stati laici o ecclesiastici. Legati del papa vennero, Ugone di Cluny, Siccardo patriarca d'Aquilea ed Altamanno arcivescovo di Padova, Come l'assemblea si fu radunata, Ugone pigliò la parola primiero e disse: Baroni, derivando le dottrine politiche dalla dottrina fisica dell'apostolo Aristotile, il re è il cuore della nazione, i principi le sensazioni che nel cuore han fondamento. Ora le sole parti similari hanno idoneit

Non proverò con citazioni questi ordini notissimi del nostro dritto pubblico. Quanto a' doveri de' vassalli verso i feudatari, è bene ricordare ciò che scrive Ugone Falcando al proposito delle pretensioni d'alcuni novelli baroni francesi in tempo de' Guglielmi, cioè nel secol XII, e delle risposte de' vassalli siciliani.

Eliseo! voi dunque, ser priore, non avete mai studiato nella Georgica di Virgilio: Dulce ridentem Lalagen amabo, Dulce loquentem? Alberada è stata strozzata come il cappone del vassallo a San Martino. A proposito, messer abate, chiede Baccelardo ad Ugone di Cluny, non sarebbero esse vere le parole di monsignore arcivescovo?

Conciossiachè se Alberada ebbe quella delicata di ricondurre il priore sotto le leggi della Chiesa ed a riconciliamento con Ildebrando, Ugone una più difficile doveva compierne, e nel tempo stesso segreta, per modo che la politica del pontefice doveva sentirsi, non dichiararsi di qual si voglia maniera.

Così che, come il vescovo di Bovino si condusse alla tenda dei legati per guidarli al padiglione del duca Roberto, Ugone si volse ad Alberada e le disse sotto voce: Figliuola, noi abbiamo avuti dal santo pontefice ordini diversi; voi quello di ricondurre al bene il priore Guiberto, io quello di metter la pace fra i due principi.

Questi era Ugone abate di Cluny, quando, uomo come gli altri uomini, alla vita terrena intendeva ed alle bisogne di questo mondo.

Intanto Maione, stimando giunto il tempo di mandare ad esecuzione le cose concepite, si consigliava con l'Arcivescovo; si accordarono su la morte del Re, su la tutela dei figli dissentirono. La pretendeva l'Ammiraglio: Ugone, conoscendo la sua perfidia, non voleva concederla: cominciarono scambievolmente a dolersi; poi vennero ad acerbe parole, alla fine partirono nemici.

Sono bene per dirvelo, messer duca, risponde Ugone, dove vogliate usarmi la cortesia di ascoltare. Favellate dunque, riprende Roberto, staremo attenti ad udirvi. Eccomi, continua l'abbate. L'animo del pontefice è vivamente commosso delle dissenzioni che spingono l'un contro l'altro il principe Gisulfo II vostro cognato e vostra magnificenza.