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"Il tamburo, il tamburo, gridò il Mandello, uditelo, annunzia la venuta del signor Castellano: ei s'arreca in questa sala per darci gli ordini suoi e parteciparci le notizie venute da Como". Dolse ad alcuni di que' Capitani più amici delle venture del vino che di quelle delle armi, che la narrazione del Catalano venisse tronca, e più a lui stesso, che era di natura cicalone, massime ragionando di fatti che lo risguardavano, ma piacque al maggior numero che a quelle inutili ciarle preferivano il conoscere quali fossero per essere le disposizioni che si darebbero dal Medici loro capo e signore, sulla cui perizia delle cose guerresche s'avevano somma fidanza, e tanto più nelle circostanze difficili, nelle quali estimavano che la di lui sagacit

Ora, che era desso il principe di Lavandall? Uditelo. The foundling hospital. A capo di Lamb's-Conduit street, a Londra, sorge un grande edificio che occupa un considerevole posto nella strada. À una spaziosa corte esterna, un gran giardino di dietro, Macklembourg Square all'est e Brunswik Square all'ovest. Quest'edifizio occupa tre lati di un quadrato.

Uditelo come ragiona, e come difende abilmente la propria causa. Mio buono, mio caro Leonardo, te ne prego. Questa sera con Marietta.... Con nessuna, ti dico. Suvvia, contentami, non farmi penare. Non voglio saperne, m'intendi? Le mie preghiere sono inutili? Or bene, io anderò da me solo dove mi piace. Fuggirò di casa nascostamente. No, non commetterai questa imprudenza.

E allora?.... gridò di rimando la Gilda, mal chiudendo in quella sua reticenza la furia di mille rimproveri. Badate, Giacomo Pico; voi sareste un infame. Per chi venivate voi qua? Per lei! rispose Giacomo, sbuffando a guisa di toro ferito. Ah, uditelo, demonii d'inferno! proruppe ella con voce di tuono. Egli ardisce mostrarsi più nero, più malvagio di voi!

Abbiamo trasformato i cenci in pasta, ci resta da fare il meglio: trasformare la pasta in carta . Questa meravigliosa trasformazione fu narrata egregiamente da un nostro grande poeta, Giuseppe Giusti, quando andò a vedere le cartiere del Cini a San Marcello, nella montagna pistoiese. Uditelo: «...Noi arrivammo stracchi e affamati, e a farla apposta in quel momento la macchina non andava; ma il ministro della cartiera, che è un buon modenese, ci usò la cortesia di farla allestire, sebbene noi, aggiunta alla stanchezza e all'appetito anche la noia dell'aspettare, volessimo andar via a tutti i patti. Ed ecco, puliti i cilindri e ammannito il tutto, la macchina comincia a muoversi: vedere quello spettacolo e cessare la stanchezza fu tutt'una. Immagina due grandi stanze unite da più archi a rottura, l'una di solaio più alta che l'altra: nella superiore, vedi cinque grandi pile di pietra, nelle quali i cilindri triturano continuamente il cencio, e non ce ne vogliono di meno, perchè la macchina va con tanta rapidit