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Alla mercè di Gabriele, disarmato, pallido come la morte, egli si volse e disse: Uccidi! Gabriele alzò il coltello sulla testa dell'avversario, due volte l'abbassò, due volte lo rilevò con esitazione convulsiva. Alla fine, lo gettò lontano da lui e gridò: Quando sarai guarito. E fuggì a tutte gambe.

OTTAV. A te rispondo io forse? Tu, Nerone, i miei detti ultimi ascolta. Credimi, or giungo al fatal punto, in cui cessa il timor, il simular piú giova, ov'io pur mai fatto l'avessi... Io moro: e non mi uccide Seneca:... tu solo, tu mi uccidi, o Neron: benché non dato da te, il velen che mi consuma, è tuo. Ma il veleno a delitto io non t'ascrivo.

Veramente? Da chi l'hai saputo? L'ho saputo da lei stessa in un momento in cui pareva trasognata. Ballerina, dunque? Ballerina! Ballerina, no. Non credo. A me piacerebbe di essere una ballerina! Non vuoi col brando uccidermi e coi detti Mi uccidi, intanto? Stai zitta! E non venderci le solite fandonie! Non sei mai stata attrice, tu. E lei, se non era ballerina, perché danzava?

E come le vecchie sien cagion de tutti i mali: «Caccia la vecchia, uccidi la vecchia, impicca la vecchia e squarta la vecchia». Ma appiccata e squartata sia da dovero, s'io non me ne vendico: se non posso vendicarmene con le mani, me ne vendicarò come posso: ne farò tal vendetta, che non ti vanterai di avermi fatto ingiuria.

Oh Riccardo, oh Riccardo! singhiozzava donna Livia come un bambino Perchè non mi uccidi, invece di dirmi queste cose? No, mia cara, io non ho l'abitudine di ammazzare nessuno e non voglio cominciare adesso, io. I mariti che uccidono le mogli si vedono nei romanzi di Ohnet e nei drammi del medesimo autore.

Perchè mi rimproveri se non ho più lena, se non ho più una scintilla di entusiasmo? Clara, Clara, tu mi uccidi, così! Perdonami diceva lei, scivolandogli inginocchiata innanzi, con un moto che le era familiare. Io non debbo vederti più diceva lui, come se parlasse a stesso. Oppure, la frase cara agli amanti riappariva in altri modi tormentosi.

141 La donna in suo discarco, ed in vergogna d'Anselmo, il capo gl'intronò di gridi, dicendo: Come te punir bisogna di quel che far con vil uom ti vidi, se per seguir quel che natura agogna, me, vinta a' prieghi del mio amante, uccidi? ch'era bello e gentile; e un dono tale mi fe', ch'a quel nulla il palagio vale.

Se tu ti uccidi, uccidi nel medesimo tempo... Chi?... chi?... L'arabo Abd-el-Kerim. Abd-el-Kerim! esclamò l'almea portandosi le mani al seno che tumultuava angosciosamente. All

Ogni altra strage de' miei ti perdonai giá pria; me stessa or ti perdono: uccidi, regna, e uccidi ancor: tutte le vie del sangue tu sai; giá in colorar le tue vendette Roma è dotta: che temi? in me dei Claudj muore ogni avanzo; ogni memoria e amore che aver ne possa la plebe.

In nome mio tu vanne, mostrati lor: ben sai che sia la plebe; seco indugiar fia il peggio. A piacer tuo, fingi, accorda, prometti, inganna, uccidi: oro, terror, ferro, parole adopra; pur che sien vinti. Va, vola, ritorna. NER. Seneca, e tu, guai se d'uscir ti attenti della reggia:... ma statti da me lungi, ch'io non ti vegga.