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CINTIA. Erasto, se mi amate non fate cotal pensiero: avete poco conto dell'onor mio che le mie vergogne secrete volete che sieno palesi a tutto il mondo? Deh, non fate cose spinto dalla furia, ché poi non possiate pentirvene rinvenuto in voi. ERASTO. Padrona, ho cosí rissoluto. CINTIA. Uccidetemi piuttosto e sepelite me e le mie disonestá in queste tenebre! lasciate di grazia, oimè!

Uccidetemi, ve l'ho detto, uccidetemi, ma per quanto avete di più sacro, per la mia santa madre, non mi parlate così! Vostra madre! La ricordate in buon punto. Vostra madre è in letto da due giorni, e per voi, pel dolore, e per la vergogna delle vostre azioni da galera.

Il duca parve scosso. Uccidetemi pure, continuò donna Livia, perchè volli evitarvi un duello, perchè dissi eterno addio ad un uomo, che amai quando non vi conoscevo, perchè lo esortai a lasciar la Sicilia.... Tanto io non potrei poi tollerare a lungo d'essere continuamente supposta, offesa.... Voi non fate di me alcuna stima.... Sembra quasi crediate che, se avessi un istante di libert

Chi siete? che volete? sbrigatevi. Sono Esmeralda, una madre che ama. Il cognome? orsù.... Artini. Artini? non lo conosco tal cognome, ma non importa. Voglio stare accanto a mio figlio per assisterlo. Voi non l'assisterete, non voglio. Ebbene, signore, uccidetemi. Non uccido nessuno.... e poi una donna. Ebbene io mi ucciderò, ne ho coraggio. Così va bene... le donne dovrebber esser tutte così.

Si chinò allora verso di lei, la rialzò tra le sue braccia e la trasse di peso nella camera, senza che ella pur si provasse a resistere. Uccidetemi, messer Giacomo! gli disse invece, dando in uno scoppio di pianto. Ho udito ogni cosa e mi è più caro morire, che soffrir come faccio da un'ora.

"Non mi battete!" balzando in piedi con disperata passione urla Guglielmo; e cavatasi una pistola di tasca la sporge verso il signore Waltom. "Scellerato! vuoi ancora levarmi la vita?" urla a sua posta il signore Waltom tratto fuori di . "Ma uccidetemi.... piuttosto.... in carit

Gli si presenta a terra un ferito, il quale, giungendo le mani: Per amore della croce, abbiatemi misericordia! Dov'è madonna? supplica Ugo: Ah!... misericordia a me! Non uccidetemi! Dico di madonna! Madonna! I nemici! Misericordia, gran barone! Il traditore è quello che era all'uscio della cappella! Ho risparmiato anche il veleno per voi, gran barone!

Fece un passo contro di lui, e parve pensare quale arma migliore dovesse scegliere ad opporre a quella con cui egli la veniva trafiggendo, con qual più acconcio colpo rispondere ai colpi di lui; ma la trovò di botto e con accento animato e con ineffabile scoppio d'amorosa passione, esclamò: Ebbene si, Adolfo, l'ho amato... più che ogni cosa al mondo... e lo amo... e l'amerò sempre... l'amo anche morto... il suo cuore vive nel mio, il suo spirito è qui meco... Io lo vedo e gli parlo... T'amo, Adolfo, t'amo!... Uccidetemi, io l'amo.

Padre mio... non saprei... Come? tuonò il signor Amedeo. Non sapete. Cioè... volevo dire... non mi bastava l'animo... Vi è pure bastato per farli! Suvvia, meno chiacchiere; di che si tratta? di sei mila lire? Di più; mormorò tra i singhiozzi Ariberti. Dieci? Di più. Ah, padre mio, ve ne supplico; uccidetemi colle vostre mani, ma non mi fate morir di vergogna.

La si dibatteva per divincolarsi; egli s'avviò verso la porta, trascinandola a forza dietro : Gina gettava grida di spavento e s'attaccava dall'uno all'altro a tutti i mobili della stanza. Tacete! tacete! le diceva sommesso il feroce. No, no, urlava essa: non voglio partire, voglio rimaner qui... Uccidetemi piuttosto.