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Il dottor Giulio Sottani incontrò Macario Tuccimei con la valigia, alla stazione. Come va la vita, carissimo Macario? La vita?.. la vita è una malattia da cui si guarisce col tempo. Oh, diamine! e siete di partenza? Macario, con voce sepolcrale, al bigliettaro: Un biglietto di prima classe. Il bigliettaro, brusco brusco: Ma dove va? Vado all'inferno. Che ha da sapere, lei? L'avaro fastoso.

Tra l'altro il salotto di casa Tuccimei era frequentato da pochissime persone e tutta gente matura che aveva altro per la testa.

Arriverò fino all'eroismo! pensò il desolato Tuccimei esporrò Celestina alle seduzioni della colpa.... L'esperimento è doloroso, ma necessario! Eh, a dirlo ci vuol poco! ma come si fa? non è mica facile fermare un amico o il primo venuto per dirgli: mi farebbe il piacere di?...

Forse è la sola da cui si possa guarire.... col tempo. L'onesto Macario Tuccimei escì, pensoso, dalla casa del dottore. E se, poi, avesse ragione lui? pure è curiosa che un uomo, per essere tranquillo, si deva procurare una certa dose d'infelicit

Ma ti giuro che, dentro il mese, te le renderò. Macario Tuccimei andò, col cugino, dal suo banchiere e gli fece consegnare dieci biglietti da mille: poi, quando rimase solo, esclamò: È come se m'avesse strappato un pezzo di cuore. Quanto mi fa piacere d'essere così scontento di quello che ho fatto! Così, mentre adagino adagino tornava a casa, Macario s'abbandonava alle più dolci riflessioni.

Celestina, invece, gli si buttò al collo, tutta intenerita: Che cuore che hai! dopo tutto, bisogna aiutarli, i propri parenti!... Il giorno appresso, Augusto Marinelli, con un dispaccio in mano, entrò come una bomba in casa Tuccimei e gridò a Macario: È morto di colèra alla Spezia lo zio Luciano e m'ha lasciato ventimila lire di rendita. Che fortuna! che fortuna!

L'eccellente Macario Tuccimei passò, mentalmente, in rassegna le fonti principali della propria felicit

Mediante un processo d'eliminazione, Macario arrivò a conchiudere che, tra tutti gli amici di casa, non ce n'era che uno solo capace di rendergli quel servizio: vale a dire Cesare Marchini, non tanto bello, poco spiritoso, ma non antipatico: oltre a ciò robusto e giovane ancora, poichè non aveva, a sentir lui, che trentasei anni. Tuccimei lo aveva conosciuto assai prima del matrimonio e tra di loro c'era intimit

Macario Tuccimei fece un par d'occhi bovini e guardò fisso la faccia pallida e canzonatrice del dottor Giulio Sottani, come per chiedere: Da burla o sul serio!

Sicuro! pensò il buon Tuccimei, a guisa di corollario: se Cesare si prestasse!... ma come faccio io a introdurli in.... questa corrente d'idee? sono due anime così pure, così ingenue!