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Li ricorderai a suo tempo.... ricorderai tutto. La tua espiazione sta per finire, tu hai attraversate undici vite prima di giungere a questa, che è l'ultima. Io ne ho attraversate sette soltanto, e sono gi

Miss Jane è qui dietro... Ci mette un secolo a far la scala.... Le Duranti verranno domani. Ah, mamma, che peccato che tu non abbia assistito alla conferenza! Troppo freddo in istrada, bambina mia, troppo caldo nella sala, troppa folla rispose la signora Valeria. Oh in quanto a questo, ... La sala era gremita. Fino nel vestibolo, fino sul pianerottolo, fin su nella galleria s'accalcava la gente.

Ginevra! disse la signora Maddalena con accento di dolce rimprovero. Non sarebbe più naturale che fosse innamorato di te? Povero giovane! Era così malinconico!... Tu sei la piet

Sulla bruna pelle dell'arabo passò un fremito. A Fathma, articolò sordamente egli. , a Fathma. Come la trovasti tu? Mi pareva avere dinanzi... Voleva aggiungere una uri di Maometto, ma le parole gli morirono sulle labbra. Una bella donna, vuoi dire. Presso a poco. E come mai tu pensi a lei?

FR. Egli sarebbe cosa d'uomo senza vergogna e protervo, se tu non cedessi. AP. Per che cagione?

La` giu` 'l butto`, e per lo scoglio duro si volse; e mai non fu mastino sciolto con tanta fretta a seguitar lo furo. Quel s'attuffo`, e torno` su` convolto; ma i demon che del ponte avean coperchio, gridar: <<Qui non ha loco il Santo Volto: qui si nuota altrimenti che nel Serchio! Pero`, se tu non vuo' di nostri graffi, non far sopra la pegola soverchio>>.

Animo, lesti disse poi rinchiudendosi di nuovo nella vettura e parlando dallo sportello; tu, Piero, passeggia l

Che? interrogò Rosina, pensi forse tu di recarla tu stesso allo zio? Oibò! fo conto di darla a Giacomo il figliuolo della portinaia qui sotto, pregandolo di recarla egli al fondaco di mio padrino. Giacomo è un buon diavolo.... Un imbecille. Che lo far

DON FLAMINIO. In cosa ch'importa non si deve burlare. LECCARDO. Io penso che tu vogli burlar me. DON FLAMINIO. La burla insino adesso l'ho ricevuta in piacere, ma or mi noia. LECCARDO. Lasciarò le burle e dirò da dovero. DON FLAMINIO. Or di', in nome di Dio, e non mi tener piú in bilancia: parla. LECCARDO. Ho tanto corso che non posso parlare: non ho fiato.

Tornando a casa, il cavalier Cipicchia, nello slacciarsi la cravatta, guardò la paffuta Felicetta, che russava a bocca aperta, e mormorò con accento di profonda commiserazione: Donna virtuosa ma inconsapevole, hai tu il più lontano sospetto che l'umanit