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Quando il medico e i domestici entrarono, al mattino, nella sala, trovarono il signore seduto al tavolo, cogli occhi fissi alla figura cabalistica, intorno alla quale avea disegnato un laberinto di lineette e di segni misteriosi, un intreccio di circoli e di triangoli bizzarramente collegati; e in quello sfondo egiziano, inverosimili accoppiamenti d'uomini e di belve, di alberi e di case, una nuova generazione di animali e di vegetali sospesi o inchiodati alla periferia di un mondo impossibile.

Adios Barcelona, archivo de la cortesia! A poche miglia da Barcellona, si cominciano a vedere le rocce dentellate del famoso Montserrat, uno strano monte che, a prima vista, fa balenare il sospetto d'un'illusione ottica, tanto è difficile a credere che la natura possa aver avuto un stravagante capriccio. Immaginate una serie di sottili triangoli che si toccano, come quei che fanno i bambini per rappresentare una catena di montagne; o una corona a becchetti distesa pel lungo come la lama d'una sega; o tanti pani di zucchero disposti in fila, e avrete un'idea della forma che presenta da lontano il Montserrat. È un insieme di coni immensi che s'alzano I' uno accanto all'altro, e l'un sull'altro, o meglio un solo gran monte formato di cento monti, spaccato di su in giù fin quasi al terzo della sua altezza, in modo che presenta due grandi cime, intorno alle quali si aggruppano le minori; nelle parti alte, arido e inaccessibile; nelle basse, popolato di pini, di quercie, di corbezzoli, di ginepri; rotto qua e l

Cozzano insieme le sfere volanti delle voci e i triangoli dei gridi fra le geometrie ubriache dei tetti che si sfasciano dalla gioia. Un uomo cinquantenne dal viso rossastro, baffuto mi abbraccia per forza spiaccicandomi sulla bocca un bacio che non riesco a scansare. Dice con voce rotta: Ero alla finestra... quando ad un tratto ho visto arrivare la sua macchina sulla strada.

Con la venuta del reggimento degli Svizzeri di Jauk si videro per la prima volta i piattini di metallo, certi particolari tamburi e timpani e triangoli, e ne fu lieta occasione una sontuosissima festa del Principe di Resuttano ¹¹⁸. Questi strumenti di recente introduzione aveano chi sapesse maestrevolmente maneggiarli ed ingrossavano la falange dei sonatori nelle orchestre e nelle bande.

Gli stornelli, geometri alati, disegnavano ancora nell'azzurro cielo i loro circoli neri, componendosi a varie forme, ora triangoli, ora rettangoli, ora quadrati; ad ogni viaggio si posavano sul tetto della palazzina, si vedeva un brulichio d'ali, si udiva un ciaramellio confuso: «vieni qui» «no, l