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I crini avea qual d'oro e qual d'argento, e neri e bigi, e aver pareano lite; altri in treccia, altri in nastro eran raccolti, molti alle spalle, alcuni al petto sciolti.

Io ho sempre rispettato la mia casa, come il mio luogo di studio, di raccoglimento, e non c'è treccia finta vera di cocotte che possa vantarsi di averla appestata di muschio. Prima di tutto il muschio non usa più, in secondo luogo le cocotte non si profumano le treccie, ma la biancheria, e finalmente quella che aspetto non è una cocotte. , conosco le tue duchesse!

Si lavava con minuzia e con attenzione, respirando forte; la sua faccia mi sembrò piena di stanchezza, di sofferenza, d’irritazione. S’incipriò, si fece la treccia, mise una bella camicia di fino batista; prese uno specchio, lo sollevò davanti ad un altro per guardarsi la nuca. Nella camicia trasparente vedevo così delinearsi la profondit

La sua lunga treccia, colore di vecchia tartaruga, nasceva oscura e diveniva intensamente bionda. Il pettine vi cigolava, sollevando furiosi disordini tra quella ricchezza buia ed incendiata. Disse a Litzine:

Come sono belli; io vi amo e vi saluto. Vi amo perchè dai vostri calici spira una dolcezza triste e solitaria; v'amo perchè la bruna fanciulla poetica pure vi ama; v'amo infine perchè siete i fiori, i figli della primavera. *Dei piaceri nell'estate.* Le tiepide aurette primaverili più non scuotono mollemente la nera treccia di capelli.

Hai una treccia che ti veste, Madlen, come il fiocco abbrunito dal sole veste la pannocchia del grano...

23 primo secondo ben quarto sète di quei ch'errore in ciò preso hanno: 'l padre i fratelli chi a un parto ci produsse ambi, scernere ci sanno. Gli è ver che questo crin raccorcio e sparto ch'io porto, come gli altri uomini fanno, ed il suo lungo e in treccia al capo avvolta, ci solea far gi

Hai una treccia che ti veste, Madlen, come il fiocco abbrunito dal sole veste la pannocchia del grano.

No, ella guardava in alto, per l’aria colore d’autunno, verso le grondaie che brillavano come fosser d’oro; guardava alle serene finestre delle case più antiche, ove, ogni tanto, qualche treccia nerissima balenava in un raggio di sole.

In quella camera vecchia, fra quelle mura stinte, mi pareva riudir lontane le canzoni di Tiberiade, e più lungi, con sordi strepiti, rumoreggiare in un mondo piegato sotto la forza delle spade l’eterna rivolta dei miserabili... Hai una treccia che ti veste, Madlen, come il fiocco abbrunito dal sole veste la pannocchia del grano...