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Il palazzo di Donn'Anna si delineava, nero, avanzandosi sul mare: sul suo lato destro e sul sinistro, delle trattorie popolari erano piene di banchettatori e di bevitori, ma la facciata che d

Una notte di carnevale, una brigata di giovanotti, usciti dalla veglia delle maschere, s'erano radunati a cena in una sala remota di una delle migliori trattorie che ci fossero allora tra porta Pila e porta San Tommaso. Scorreva il Bordò e lo Sciampagna, perchè i giovanotti erano ricchi e potevano spendere; ma non scorreva neppure un filo di vera gaiezza, perchè quei dodici (chè tanti erano col

E non si accorge di contradirsi, a proposito dell'augurio di buon viaggio datogli a Palermo per l'Italia, scrivendo: sta bene. Per lui, la Sicilia, nel 1861, non faceva ancora parte del regno d'Italia! Ma questo suo straordinario campanilismo non gli impedisce però di scrivere da Torino: "Qui sono alberghi e trattorie di cui cost

Colore e movimento per rallegrargli gli occhi; uomini e donne che correvano lungo i boulevards, s'arrampicavano sull'imperiale d'un omnibus, sgusciavan di furia tra un veicolo e l'altro, popolavan le trattorie e i caffè, s'indugiavano a guardar le mostre, sparivan sotterra per raggiungere una stazione del métro, non eran che figurine rappresentative.

Li condurremo a quest'uopo in una delle tante bettolacce ond'erano ornati, al tempo del nostro racconto, i pressi della via Carlo Felice, bettolacce che si facevano chiamare trattorie.

Solita caccia quotidiana intorno alle trattorie. La polizia sequestrò ieri venti grossi gatti gi

La grande Arte non mi aprì nemmeno l'anticamera del suo palazzo; e l'Arte del tanto per cento mi scacciò a calci nel sedere. Ma nelle trattorie di infimo ordine sono felice oggi quando mi annunciano che c'è una busecca con cui riscaldarmi e sfamarmi con poco prezzo.

Le più belle feste, in Olanda, si fanno sul ghiaccio. A Rotterdam, quando la Mosa è gelata, diventa un luogo di convegno e di piaceri. La si spazza dalla neve in modo che riman netta come un pavimento di cristallo; vi si rizzan caffè, trattorie, padiglioni, baracche da spettacoli; la notte s'illumina; il giorno v'è un formicaio di patinatori d'ogni et

, tra due seggiole zoppe, era per terra un piattello con l'acqua, e il cane in quel punto vi si dissetava: un barbone sudicio, che accompagnava su' vapori inglesi e nelle trattorie del Piliero il marito di donna Clorinda, Mastia, un siciliano, pittore di paesaggi. Nel silenzio dell'ora si udì per un pezzo il chioccolare dell'acqua che il barbone lambiva avidamente.

Ma venne il vero punto tòpico, anche per Filippo Marliani; quello cioè di non poter più passare dinanzi a certi caffè a certe trattorie per non farsi vedere, e di non saper più quale albergo scegliere ancora da mistificare.