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CECA. E vatti con diavolo! Tu vorrai che te vega madonna e che gridi molto bene. MALFATTO. Orsú! Bona sera. Io me ne voglio andare in casa. CECA. Va' con diavolo! RUFINO solo. Io ho incontrata, poco è, la serva de Livia e hame ditto che la cosa è in ordine, pur che vi sieno i danari della dote che se gli è promessa, e ch'ella tornerá a riparlarmi in casa di Filippa.

Ho caro che me l'abbi detto. Vorrò che, di qua a un poco, mi vegga altrimenti. Ma dove la potrei vedere? quando tornerá dal monistero? CLEMENZIA. Alla porta Bazzovara. Or ora voglio andare a trovarla. GHERARDO. Ché non mi lassi venir con te, che andarem ragionando? CLEMENZIA. No, no. Che direbben le genti? GHERARDO. Io muoio. Oh amore! SPELA. Io scoppio. Oh bastone! GHERARDO. Oh beata a te!

Queste monete, levate di zecca, ascenderanno alla somma e valore delle dette lire 72; e, se delle istesse monete egli pagherá al zecchiere la sua mercede, vero è che non gli tornerá in mano la sua libbra intiera del detto argento, nemmeno saranno lire 72.

Altrimenti, ella tornerá al padre suo. Il re acconsente. E 'l sacerdote mena seco la misera, che altro non fa che piangere, e pregar la terra «dea clemente, perché si apra e la raccolga nel suo seno». Poco dopo torna il sacerdote, e proclama un miracolo. Gli anacoreti erano partiti. Sacontala singhiozzava, e, protendendo le braccia, piangeva la sua trista fortuna.

Percioché noi tra molti ne vedremo alcuno, che senza dottrina, senza maestro, senza alcuna dimostrazione, sospinto solamente da uno istinto naturale, divenire ottimo cantatore; e, se quanti fabbri furono mai gli fussono d'intorno, non gli potrebbono insegnare tenere un martello in mano, non che formare una spada; e, se pure, constretto, o per molta consuetudine dell'arte fabbrile alcuna cosa imparasse o facesse, come in suo arbitrio sará, al naturale suo intento, cioè al canto, si tornerá, se da giá per forza della sua libertá non lasciasse il canto, e al martello s'attenesse.

Ma se essi non si correggeranno, ogni grazia lo' tornerá a giudicio. Ma che dovarebbe fare il popolo acciò che non venisse in quello inconveniente?

E, se per le dette ragioni manifestamente si conosce che non tornerá danno alcuno, anzi che apporterá molto utile a' principi ed agli altri che faranno far danari a loro spese, quanta maggiore utilitá sará a que' principi, a quelle repubbliche e ad altri, che non faranno mai spesa alcuna in far danari e che ne piglieranno di continuo, per i loro dazi o entrate, de' tassati ovvero di quelli che all'altrui spese saranno stati fatti e coniati?

E saper si dee che per questi ordini non ne tornera intervenirá danno ad alcuno che ne voglia vendere o contrattare, e in particolare alli mercatanti che li vendono dalle minère, ed in generale a tutti quelli che ne faranno mercanzia o contratti.

RUFFO. Or che so lo spirito esser ben volto verso te, ti dico chiaramente che lo amante tuo tornerá maschio subito. Ma, per piú non equivocare, di' chiaro quel che vuoi. FULVIA. La prima cosa, che se li renda il coltel della guaina mia, intendi? RUFFO. Benissimo. FULVIA. E che in abito, non in sesso da donna torni a me.

Non tanta còlera, vignarolo, piano piano! son solo e fo questione con me medesimo: consigliati meglio. Transformandomi in Guglielmo, avrò quanto desio in questo mondo; se passará questa occasione, non tornerá piú mai. Di vignarolo diventarò gentiluomo con moglie e danari, e dalla villa passarò alla cittá: cancaro alla zappa, alla vanga, all'aratro, a' buoi, anche a' porci e all'asino ancora!