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Prima io andavo qualche volta da lei e lei veniva da me; ma da quando le è capitata la fortuna non mi saluta più, disse la signora Veronica con accento dispettoso: Voi non fareste così, Tina; ne sono sicura. Ma che volete da me? Niente. E le volse le spalle tornando alla tavola per sparecchiare.

Appena la signora Adelaide entrò colla candela nella camera di Tina, questa esclamò: Non voglio vederla, sai! Chi? La signora Veronica. Va subito a chiudere la porta e vieni a letto. Due ore dopo dormivano. E le pareva che la signora Veronica l'accompagnasse per Lungarno verso la chiesa di don Pietro.

Dimmelo, Tina mia, che cosa hai? È una cosa che passa. No, no. Credimi, accade così a tutte. No, ripetè ostinatamente la fanciulla. L'altra si fece umile come dinanzi ad un rimprovero, sottomettendovisi anticipatamente; attese che la fanciulla si sfogasse, ma invece le vide gli occhi gonfiarsi nuovamente. Ho male, ho male, disse finalmente Tina con accento smanioso: Non ne posso più.

Una volta ci avevo un certo garbo. E senza attendere il permesso sciolse le punte del tovagliolo. ! anche degli aranci, me n'ero accorta al profumo. Vedete, Tina: il lesso grasso e magro, questo è davvero una cosa eccellente, perchè è proprio un pezzo di lombata: così freddo è anche migliore.

Ma se tutto riesce sempre male a ogni modo... obbiettò Tina, trascinata a poco a poco nella confidenza di quella conversazione. Quando manca la testa: la differenza è . Noi abbiamo un tesoro, almeno gli uomini, non so perchè, gli danno tale importanza; io per conto mio, aggiunse con un sorriso, non ho mai trovato in loro nessun altro tesoro. Quindi bisogna giovarsene, ragazza mia.

Erano le sue parole colla mamma, e Tina rimeditandole ne sentiva ancora una volta il peso sotto l'accento duro, autorevole. Nessuno doveva sapere dell'avventura; era un capriccio, come possono averne i signori, del quale bisognava profittare come di una buona fortuna. Poi si ricordò che un giorno in campagna aveva veduto morire una gallinella.

Egli si era rimesso il cappello, quindi la donna temette che volesse andarsene. Vuole che l'aiuti a cavarsi il pastrano? A momenti Tina verr

Tu sei cattiva, disse col suo fare importante, mentre invece le pigliava una mano per condurla alla mamma. Cuore mio, cuore mio! La pace fu conclusa. Tina aveva trionfato ottenendo persino, contro ogni opposizione della serva, che voleva metterla a letto più presto, di cenare fra la mamma e il bel soldato con la promessa di non parlarne ad alcuno.

Tina si lasciò sfuggire un atto di diniego. Sono venuta ad intendermi con voi e la vostra mamma, per fare le cose benino e... state ben dritta che vi vegga, ecco... Eh! non c'è male, potete diventare una bella ragazza, se vi nutrirete meglio e sopratutto se avrete giudizio.

Spesso venivano in casa uomini ignoti, ben vestiti, ma la vecchia allora non lasciava più la cucina e chiudeva l'uscio a chiave, dicendo a Tina di non fare rumore, o mettendola sopra una sedia le dava qualche cosa da mangiare, un frutto, una chicca, con certe carezze insolite, che irritavano la fanciulletta. Però queste visite non erano lunghe.