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E invece di rispondergli: , vi guarirò, farò il mio dovere! il medico lo aveva sgridato con stizza: Non dite sciocchezze! Febbre a quaranta gradi; delirio, durante il quale il povero cavaliere si sentiva rodere le carni dalle virgole nere osservate sotto le lenti del microscopio; coma, abbattimento, e tutti i malanni che il tifo porta con .

Un tifo famoso, fino alla terza settima; invece di andare all'altro mondo, come sembrava disposto a fare, Giusto aveva cominciato a guarire: in venti giorni eccolo ... in piedi, arzillo... dimagrato, ma appena appena.

Rileggo un poco del mio Tintoretto! O che giorni erano quelli in cui scrivevo quelle scene, appena guarito dal tifo! Che vita! che speranze! che amore! Come mi sentivo artista, buono, solitario! Sono scorsi gi

Si voltò e rivoltò sul letto tutta la nottata, ripetendosi a ogni po': Ragioniamo! Che voleva ragionare? All'alba non ragionava più, con lo spavento delle terribili virgole addosso. E che accadeva? Neppure a farlo a posta! Da a un mese, egli si ammalava di tifo! Ah, dottore! Siate galantuomo ora; guaritemi, se non volete che io vi maledica morendo!

recasti gia` mille leon per preda, e che, se fossi stato a l'alta guerra de'tuoi fratelli, ancor par che si creda ch'avrebber vinto i figli de la terra; mettine giu`, e non ten vegna schifo, dove Cocito la freddura serra. Non ci fare ire a Tizio ne' a Tifo: questi puo` dar di quel che qui si brama; pero` ti china, e non torcer lo grifo.

Il padre ebbe il tifo, fu in pericolo di vita, la figliuola lo vegliò per dieci notti, gli prestò le cure più minute, senza segno di fatica; ma la premura dolce ed amorosa che consola l'ammalato, il sorriso di affetto, gli occhi umidi e commossi, l'ansia del core che si dipinge sul viso, mancavano in lei. Ai ventun anni soltanto le venne dato il conto della sua dote.

Il dottore, chiamato d'urgenza, giudicò il caso non gravissimo; ma avvertì di stare in guardia contro i pericoli di una febbre infettiva. Due giorni dopo si dichiarò il tifo, con tutti i suoi sintomi di coma e di delirio.

Postolo a sedere davanti a un tavolino su cui era preparato il microscopio, lo aveva poi iniziato nei misteri dell'invisibile. Eh? Vedete come guizzano? Come si agitano quelle virgolette nere? Sono ingrandite trentamila volte! E che razza di virgole sono? Microbi del tifo! Il cavaliere diè un balzo. Voleva ammazzarlo dunque? O, per lo meno, farlo ammalare per cavarsi il bel gusto di guarirlo?

Sicuro, un gran sangue. Ma intanto (poichè non s'era nemmeno potuto effettuare l'andata in campagna a cagione di un'epidemia di tifo che infestava in quei mesi i pressi della villa) non c'era modo di levarsi d'attorno la contessa Zanze, la quale voleva che si rendesse l'onore alla sua creatura, e s'era ostinata a non veder altro risarcimento possibile che il matrimonio. E non si lasciava mica scoraggiare dalle ripulse, ma tornava alla carica col lustrissimo Zaccaria, o con la lustrissima Chiaretta, o con Leonardo, o con don Luigi, che nella sua qualit

Oh se io potessi farti felice! Quel fracasso mi ha stordito: oh se potessi sempre stordirmi! Invece penso sempre. Pensare per agire è cosa umana; pensare per fantasticare su mille gioie e mille paure è ben tormentoso. Ieri credevo di impazzire e credevo che il tifo mi assalisse di nuovo: ero contento.