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Giffunese disse il telegrafista di Bartolo, levando gli occhi dalla Gazzetta di Venezia che gli mandava ogni giorno un suo ex collega di laggiù ove il di Bartolo era stato quattro anni. Seguì un silenzio. Il Caffè Grande era quasi deserto: due mercanti ragionavano del raccolto a un cantuccio, e a un altro sedeva, solitario, il giovane professore di lettere del Liceo Cotugno.

Il signor Cesare Favari, capostazione di Y, in maniche di camicia, senza cravatta e col colletto slacciato siede nel suo ufficio, davanti all'apparecchio telegrafico. Fu una cattiva giornata pel signor Cesare, il quale dovette supplire il telegrafista indisposto e non ebbe un momento di riposo. Ora bisogna notare che il signor Cesare è un'ottima persona, ma è un po' facile a turbarsi, a confondersi, sopratutto quando la sua degna consorte, la signora Arpalice, scende dal suo primo piano e viene a intrattenersi con lui. E oggi, per esempio, la signora Arpalice fece un lunghissimo soggiorno in ufficio. Adesso però, grazie al cielo, la signora Arpalice è a letto, e il signor Cesare pensa che potr

Era la signora Osnaldi in persona, la quale lo avvertiva esserci in vestibolo un fattorino del telegrafo che chiedeva di lui. Roberto dovette subito andar a vedere di che si trattasse. C'era infatti un telegrafista, che, non avendolo trovato a casa, gli portava presso gli Osnaldi un dispaccio.

E non sapeva decidersi, e si crucciava con quelli di Torino che lo lasciavano in queste ambasce. Egoisti! Egoisti! Zitto! Qualcheduno sale le scale, qualcheduno s'inoltra nel corridoio, s'arresta all'uscio, picchia. Avanti! Varedo, pallidissimo, strappò dalle mani del telegrafista il dispaccio e lo aperse con dita tremanti.

Un soldato telegrafista, chiusa la testa nell'elmo sonoro, ascolta parole volanti che hanno balzi lunghi più d'un chilometro.... Scivolo via per un momento, a fianco a fianco con una giovane stella filante che mi disvela il mare cadendovi dentro, gabbiano d'oro che raggiunge il proprio riflesso....

Dopo lunghe e inutile trattative con la Compagnia, lo sciopero era cominciato una mattina, dietro un segnale telegrafico convenuto, dato da un giovane telegrafista dell'ufficio centrale, nello stesso minuto, i ventimila impiegati avevano abbandonato tutti il loro posto.