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Per un istante parve pentito d'essersi abbandonato a questa espansione; per fermo le sue parole erano dettate da un'esperienza dolorosa; io poteva dubitare che gli si parasse in quel punto dinnanzi l'immagine degli affanni sofferti. Non tardò molto che n'ebbi la certezza; egli sollevò il capo e mi guardò fiso come se volesse scrutarmi il seno e leggervi per entro l'effetto delle sue parole.

Poi non tardò a vedersi un brulicare più vivo nei vichi strettissimi di l

«Lei mi ha testè portata la Sua poesia. Sono commossa, molto commossa; ha potuto vederlo! Chiedo a Dio perchè non ci abbia fatti incontrare molti anni prima, quando forse potevamo essere felici. Sono tuttavia contenta, in certo malinconico modo, anche di un incontro così tardo e breve. Benchè io non creda alla stabilit

Insomma, ve l'ho a dire? non si mossero per tutta l'estate, e sarebbero anco rimasti fino a tardo autunno, se la signora Laura non avesse proprio dovuto andare in citt

La pesante carrozza si mosse e i quattro cavalli partirono di galoppo. Il marchese di Sentis tornò alle sue terre di Normandia. Paolo non si consolò mai della morte d'Ida ma non ne morì. Il tempo e l'arte sono grandi consolatori. Partì per Parigi dove non tardò a farsi un nome. Il dolore che fu veramente immenso fu quello del vecchio. Dolore grande, augusto.

71 Era questo guerrier quel Mandricardo che dietro Orlando in fretta si condusse per vendicar Alzirdo e Manilardo, che 'l paladin con gran valor percusse: quantunque poi lo seguitò più tardo; che Doralice in suo poter ridusse, la quale avea con un troncon di cerro tolta a cento guerrier carchi di ferro.

¹ Avrei potuto dire amaurosi, ma sarei stato inteso da meno. Rogiero entra senza strepito. Perchè anch'egli scolora? perchè il cuore gli batte più tardo? Si affretta, accosta il suo volto a quello del moribondo: «Gran Dio! Roberto

Valga d'esperïenza il raggio tardo, In che forzatamente oggi m'aggiro, Ad oprar alfin , che più gagliardo A tua bellezza s'erga il mio desiro, E nulla tanto da' mortali io brami, Quanto ch'ognun tuoi pregi scorga ed ami! La legge tua non è d'irto rigore, Sol le idolatre passïoni abborri: Lunge che a te dispiaccia amante cuore, Ad un cuor fatto gel più non accorri.

Ma le parole, e de' lor duci i volti, E del grande Ottoman gli alti sembianti, E cotanti stendardi a l'aura sciolti, E 'l suon de l'armi, e de le trombe i canti, Possono , ch'a la temenza tolti E fanti e cavalier spingonsi avanti, sul campo i Cristiani han tardo il piede, E gi

Parve ch’ei barcollasse in quel momento: Poi partì, senza un motto, a capo chino, Trascinandosi a stento. Affascinata, io lo seguii col guardo; E allontanarsi il vidi Lungo la via sassosa, a passo tardo. Su la testa il colpìa del Sol di giugno L’arroventato dardo.