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82 Rodomonte, che 'l re, suo signor, mira, frena l'orgoglio, e torna indietro il passo; con minor rispetto si ritira al venir d'Agramante il re circasso. Quel domanda la causa di tant'ira con real viso e parlar grave e basso: e cerca, poi che n'ha compreso il tutto, porli d'accordo; e non vi fa alcun frutto.

35 Come la tigre, poi ch'invan discende nel voto albergo, e per tutto s'aggira, e i cari figli all'ultimo comprende essergli tolti, avampa di tant'ira, a tanta rabbia, a tal furor s'estende, che a monte a rio a notte mira; lunga via, grandine raffrena l'odio che dietro al predator la mena: 36 così furendo il Saracin bizzarro si volge al nano, e dice: Or l

Non voglia usar tant'ira con me tuo servo. LÚCIA. Abbrevia queste ciance. Toglimiti dinanzi. FILOCRATE. Ah scelerata! fonte di tradimenti! intero albergo d'iniquitá! femina ingrata e rea! insolente ubbriaca! Questo è quello che mi volevi dire, in ricompenso de le buone promesse che fino ora m'hai sempre dato? Ah sfacciata! che mai ad alcun tenderai fatte reti.

Quivi scelta finezza di metallo e ben condutta tempra poco giova contra la spada che non scende in fallo, che fu incantata non per altra prova, che per far ch'a' suoi colpi nulla vaglia piastra incantata ed incantata maglia. 60 Taglionne quanto ella ne prese, e insieme lasciò ferito il Tartaro nel fianco, che 'l ciel bestemmia, e di tant'ira freme, che 'l tempestoso mare è orribil manco.

109 Riconobbe il messaggio i cavallieri, oltre all'insegne, oltre alle sopraveste, al girar de le spade, e ai colpi fieri ch'altre man non farebbeno che queste. Tra lor però non osa entrar, che speri che fra tant'ira sicurt

58 E con tant'ira e tanto sdegno espresse questo parlar, che molti ebber sospetto, che senza attender Carlo che le desse campo, ella avesse a far quivi l'effetto.

Con quest'alte speranze e queste cure Si partiva l'Eroe, mentre più vasto Per la rigida notte infurïava, Turbinando, l'incendio. Arder parea La terra intorno, e correr sangue i fiumi, E, ad ingoiar tant'ira e tanti affanni, Come abisso di morte, aprirsi il cielo. Sentîr le fiamme inaspettate e il lezzo Dei feroci olocausti, e balzâr tutti Fuor del sonno i Celesti, a quella guisa Che sbucan da le pingui arnie ronzando Le pecchie industri, allor che il dispettoso Villan, che con obliquo animo guarda Al prospero vicin, l'aride ammucchia Secce del campo, e presso agli alveari Gitta la fiamma e, pago il cor, s'invola. Sorser così l'alme beate, e primo Al veroni del ciel, trepido, ansante Di recidiva volutt

Tu sai del memorial ch'ho presentato: ch'ei mi facesse almeno alfier si chiese; ed egli alfier mi fece riformato con que' meschin cinque ducati il mese. Giá conosci il mio ventre dilatato e s'eran sufficienti per le spese: ebbi tant'ira, caro paladino, ch'io fui per farmi ancora saracino.

Anche Anselmo cigne l'acciaro malgrado la sposa che dolcemente lo prega a restarsi, o a condurla seco. No, non seguire tant'ira, dolce amor mio, abbandonare questa misera a cui tu solo sei vita. Lascia al padre il peso di tanta guerra, e tu resta a difendere queste torri: ten prego pei primi nostri affetti, non allontanarti da me: sento che questo può riuscirti fatale, sento che noi non dobbiamo dividerci. Deh vorrai opporti all'amore della tua sposa la prima volta che trema sul tuo periglio? Che se tanta è in te sete di gloria e di sangue, che si chiuda il tuo cuore alle mie preghiere, consenti che io pure combatta al tuo fianco e teco divida il destino dell'armi: io mi porrò fra te e il ferro nemico, vi avr