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Mentre gli amanti così, quasi per celia, invocavano la Morte, lontano, nella Casa Grigia, quella macabra Visitatrice si era avvicinata, si era tolto il velo dall'orrore del viso, ed ora batteva, batteva alla porta... Un mattino la signora Avory, svegliatasi, trovò l'ultima delle sue figlie convulsa, con le labbra intrise di sangue. Un dottore chiamato in gran fretta aveva suggerito: Davos!

Violetta pure si ebbe, durante la notte, il suo incubo. Le sembrava che le Furie, strappate le coltri, la trascinassero per la treccia, intorno alla Camera. Svegliatasi alfine a giorno fatto, chiamò i suoi, che la trovarono inquieta e lievemente febbricitante. Ma, un cordiale, ed un po' di riposo ancora, Violetta si ristabilì in breve, senza l'opera di sanitario.

Svegliatasi, le parve di sentirsi meglio; passeggiò a lungo per la collina; sorrise e diè la mano da baciare a tutti i vassalli che s’abbattevano in lei e si ponevano ginocchioni sul passaggio della santa.

Svegliatasi poco dopo la partenza d'Alberto, la misera donna stette dapprima in un momento di fortunato oblìo di quanto era avvenuto; poi la mente ancora confusa travide la funesta verit

Così spuntò l'alba. E quando, lenta, lontana, dal campanile vibrò l'avemaria, la levatrice, svegliatasi di soprassalto col rosario ancora tra le dita, si levò dalla sedia, si chinò sul letto e vi scorse Giulia gi

La Teresa Valdengo scese a Milano in un albergo ch'ella sapeva goder buona riputazione, La bella Venezia. Richiesta del nome, trasalì, e poichè, contro ogni sua abitudine, ella era entrata nella via delle finzioni scrisse sul libro, anzichè il proprio, il nome di una zia materna, vedova di un Francese, morta anni addietro senza lasciar discendenti, madame Gilbert. Si fece portar in camera una tazza di brodo ristretto con un rosso d'ovo e dicendosi lievemente indisposta non uscì in tutto il restante della giornata e si coricò prestissimo. Dormì forse un paio d'ore di un sonno agitato, e svegliatasi in sussulto credendo che fosse quasi il mattino accese il lume e con sgomento si accorse che non era ancor mezzanotte. Tentò di riaddormentarsi e fu vano; aperse un libro e non le venne fatto di leggere due righe di seguito. Rimase immobile, supina, con gli occhi sbarrati, con la mente fissa in un pensiero. Nell'andito, nelle stanze vicine si udivano suoni e bisbigli; stropiccio di piedi e fruscio di vesti; voci sommesse di forestieri discreti e voci tonanti di forestieri maleducati che senza riguardo dell'ora chiamavano dall'alto al basso della scala; usci che si aprivano e si chiudevano; campanelli elettrici che tintinnavano. O era finito allora qualche teatro, o era arrivata una corsa. Alla lunga i romori cessarono; solo ogni tanto il silenzio era rotto dallo strepito di un veicolo che traversava piazza San Fedele o dai rintocchi di un orologio. La Teresa contò successivamente l'una, le due, le tre. Oh la tristezza d'una notte insonne d'albergo ove l'orecchio non coglie un romore domestico l'occhio si riposa sopra un oggetto familiare; oh il senso di solitudine, d'abbandono, d'angoscia all'idea che tutto quanto ne circonda ci è estraneo e che noi siamo estranei a tutto; alla camera che ci accoglie, al letto su cui giacciamo, alla gente che divisa da una sottile parete, russa accanto a noi, e che è venuta oggi non si sa di dove e andr