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Se il pregio d’una vita recisa potesse misurarsi al peso, ah, certo le nostre spalle si sarebbero incurvate, tutte le nostre ossa avrebbero ceduto sotto il carico. Giana. Così non si parla se non di un eroe. Una commozione virile trema nella voce del superstite. Gherardo Ismera. E non era un eroe?

Eh, allora, rispose Emilio col suo solito sogghigno, tu che sarai il solo superstite cercherai il modo d'aggiustarla, e il fisco non potr

Ai funebri di Azzurra fu veduto egli camminare immediatamente dietro il feretro, con la compagna e il figlio superstite ai lati. S’aggrappava, con le tese mani, al carro: sicuro il passo ma la testa curva, curvo fra le spalle il collo sanguigno: simile ad un toro colpito alla cervice da un colpo di mazza, che non basti a farlo piombare a terra. Da quel dolore non rinvenne più.

La Cuba, che a sinistra fronteggia quella via, è malinconica superstite degli ameni giardini, pei quali potè esser chiamata: «Paradiso della terra». Non più con imperiale pompa Arrigo VI vi riceve i commissarî della Repubblica di Genova, venuti a ricordargli le pattuite concessioni; non più, novellando il Boccaccio, Federico l’Aragonese vi tiene la vaghissima Restituta, dai marinai siciliani rapita in Ischia.

Matteo Cantasirena alzò le braccia barcollando, come un uomo sul quale è stata tirata una schioppettata, e trascinandosi andò a cadere di peso sul seggiolone della scrivania soffiando, singhiozzando, gemendo, con un sordo mugolìo del pancione ansimante. Anche voi!... Mi coprite di fango!... Anche voi!... L'amico!... La mia fede ultima.... superstite! Guai ai vinti! Guai!

La stufa spenta lasciava il luogo assai freddo; la lampada quasi esausta, l'illuminava imperfettamente; e quella donna rannicchiata nella poltrona, coi capelli sparsi, gli occhi chiusi, la faccia pallida, il corpo tutto come piegato da una violenta angoscia, pareva la superstite d'una cupa tragedia.

E il De Goncourt, facendo risuonare quella sua particolare risata ironica e geniale: " Come sono fortunati questi spagnuoli! Non hanno un Ohnet!" Singolarissima è la scena della sua visita a Vittor Hugo; merita di essere tradotta per intero. "Negli ultimi giorni della mia dimora a Parigi, al mio ritorno da Vichy, conobbi Vittor Hugo, ultimo e grandioso superstite della generazione romantica.

Il luogo dove il nostro botanico andava a sedersi, era presso un olmo di smisurata altezza, appartenente al giardino inferiore, ed ultimo avanzo di un lungo viale che era stato disfatto, per cedere il campo alla prateria. Quel malinconico superstite di una rigogliosa dozzina di olmi, sacrificati alla moda britannica, saliva co' suoi rami più su del giardino pensile di Laurenti. Il muraglione, per tutto quel tratto, era coperto di edera, e i lettori gi

Il giorno seguente, Cristoforo Colombo chiamò a consiglio gli ufficiali della spedizione e i piloti delle due marinaresche, della Santa Maria naufragata, e della Nina superstite.

Succiando il sangue, Cantasirena passò allora a fare gli elogi di Taddeo. Un eroe.... superstite.... incosciente! Mandò Eleonora a cercarlo in cucina, e quando Taddeo entrò nel salotto, gli fece bere un bicchierino di cognac. Grazie, colonnello! E poi?... Viva l'Italia, colonnello! Bravo. Anche il Casalbara, rimasto colpito dalle medaglie, dalla gamba di legno, gli stese la mano.