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Il guaio grosso era questo, che bisognava rimbrodolarla con due persone ad un tempo; una meno importante, ma più vicina, che era il duca di Francavilla, pasciuto fino allora di chiacchiere; l'altra più lontana, ma collocata sul vertice dell'ordine gerarchico, e dalla quale il signor cavaliere sottoprefetto s'aspettava promozione o commenda.

Bisognava vederlo, il nostro serafino, seduto sulla proda del fosso col suo ginocchio piegato, l'albo sul ginocchio e la matita in aria. Il soggetto dei suoi disegni era malinconico. Per la prima volta in sua vita, Adelindo Ruzzani adoperava la matita a copiare gli scheletri. Ma che cosa non si farebbe per l'amore della scienza?

Oh la donna! proruppe il polacco con entusiasmo; creatura aerea, sorriso della natura, stilla di rugiada sul calice inaridito del cuore dell'uomo. Figlia primogenita di Dio, la donna fu creata per ispargere di rose l'arido cammino della vita, per mostrare all'uomo che la felicit

Ai governatori delle armi spettava un certo numero di lance spezzate costituenti una piccola guardia del corpo. Successivamente però questo diritto andò modificandosi e si trasformò, sul finire della Repubblica, in una specie di indennit

Come Dio volle giunsi a rintracciare l’automobile di Lord Pepe tra l’immensa confusione di veicoli d’ogni sorta e le continue fiumane di gente che invadevano il piazzale dell’anfiteatro. Poi, con estrema lentezza, dovemmo compiere tutta la discesa di Monte Ulìa, sul quale sorgono le Arene di San Sebastiano.

E usando di quella dimestichezza che era tra lui e Lorenzo, il Pietrasanta si sollevò quasi in piedi sul letto, col lenzuolo ravviluppato intorno alla persona, per dare immagine dell'alfieresco personaggio a cui rubava il suo famoso emistichio.

signore; ho consegnato la lettera all'Aristide, e m'ha detto che la rimetteva subito nelle mani della signora marchesa, che ancora non era uscita di casa. Le ansie d'Ariberti cominciavano allora. La marchesa aveva letto il foglio e ci pensava su, se forse, in un momento di collera, non lo aveva fatto a pezzi e gittato sul fuoco del suo caminetto.

E si fa notte la notte lieta dello stabilimento Giorgetti. Il mercante turco attraversa il piazzale con un paggio non maomettano che gli regge religiosamente il narguilè e s'abbatte coll'ambasciatore russo: una signorina francese che fuma la sigaretta getta uno sbuffo che va a sfioccarsi fra le tese di un tricorno da piovano bergamasco: un professore col cappello a tuba cede la destra ad un musseto che trotta colla sua greppia: due dame che combatterono per la toletta, si passano vicino e la gonna della trionfatrice fruscia ironicamente sulla coda della vinta: un giovanotto incendiato ed ardentissimo s'incontra col Pompiere del Fanfulla e, guardate combinazione! una signorina accetta il braccio e il bisbiglio di un signorino. Ma chi ve la dipinge tutta questa folla! Sul piazzale si addoppia la vita alle prime battute di una quadriglia. Il prezioso filo d'acqua del conte Lelio Piovene, l

Non la vedevo più!... Credevo di essermi sbagliata! e si chiamò il Laner vicino, mentre gli faceva posto, restringendosi, allungandosi nelle sottane rumorose e fragranti di mussolina bianca e di seta. Vieni qui! Nora si era seduta sul piccolo inginocchiatoio di pietra voltando le spalle all'altare. Vieni qui!

«E tudisse, «tu sei un mostro. Piangi, grida e ti dispera, che l'angoscia tua non è la millesima parte di quella io vorrei che tu provassi. Ma i lamenti e le lagrime de' miei figli innocenti, che per te patiranno inedia e fame, ricadranno sul capo tuo, e tu vivrai, te lo predico, disperato per sempre