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Furono accolti principalmente da Cosimo de' Medici e da Niccolò V, il quale morí poi due anni appresso, e, dicono, di dolore . Successegli Calisto III, uno spagnuolo, un primo Borgia, ottimo papa, che occupò il breve pontificato in confortar invano la cristianitá contro a' suoi nemici naturali. Volsesi poi tutto anch'egli a riunire e confortar contro a' turchi la cristianitá.

Successegli in Roma Bonifazio IX. Cosí scese d'Ungheria Carlo di Durazzo, ultimo maschio della stirpe di Carlo I, contro alla vecchia regina Giovanna; prese Napoli, fecesi proclamar re Carlo III ; prese poco appresso Giovanna stessa derelitta da tutti, tennela nove mesi prigione; e, dicesi, tra le piume del letto spensela poi . Giovanna aveva giá chiamato ad erede Carlo di Durazzo; ma nel frattempo che era assalita da lui, chiamò Luigi figlio del re di Francia, e nuovo duca d'Angiò, nuovo stipite di una seconda casa Angioina di Napoli.

Successegli Leone III, e pontificò dapprima tranquillamente. E giá poco prima l'altra signoria che sussisteva ancora di nome in Roma, quella dell'imperatore orientale, aveva sofferto un nuovo crollo, uno scandalo non mai veduto. Irene imperatrice, mal cacciata dal marito Costantino, mal cacciò lui, e fecesi imperatrice regnante.

Successegli Tito figliuolo di lui, stato giá devoto a lui ed alla patria, capitano vittorioso e per que' tempi clemente; modello de' principi ereditari.

Morí dopo otto anni di signoria . E successegli, fanciullo, Amedeo VIII tutto diverso de' predecessori; giá non piú gran cavaliero, ma uomo politico, prudente insieme ed ardito, riunitore ed ampliator dello Stato, se non incolpevole, certo lontanissimo dalle infamie de' Visconti e degli altri tirannucci contemporanei; ordinator poi e legislatore, e che cosí, cioè secondando i tempi senza prenderne i vizi, fu fondator nuovo della sua robusta monarchia.

Il quale venuto di Francia, dove esulava, cacciò il nipote dopo tre mesi di regno, e regnò egli per la seconda volta, diciassette anni; pio, mansueto, gran fondator di monasteri, del resto ozioso . Successegli suo figliuolo Cuniberto, che giá avea regnato dieci anni con lui; e gli fu occupato il palazzo e il regno da Alachi duca di Trento, giá ribelle perdonato da lui.

Ma tiranneggiando costui, risorse Cuniberto; combatterono, ed ucciso Alachi, regnò Cuniberto con nome di prode fin al 700. E di lui, e Teodote una bella romana, si novella. Successegli Liutberto, suo figliuolo fanciullo, cacciato in breve da Ragimberto, duca di Torino e figliuolo di re Godeberto.

Del resto, fu anch'egli uno di coloro che sprecarono le forze, la grandezza contro all'onnipotenza dell'opinione pubblica, del secolo. Successegli Arrigo VI suo figlio, erede giá di Guglielmo II testé morto. Ma Tancredi, figlio naturale di Ruggeri, toglievagli il bel retaggio facendosi re.

Prima di lui non erasi guerreggiato se non per mantenere i limiti d'Augusto, o tutto al piú per ordinare in province alcune genti inchiuse in essi; egli li estese, e passando il basso Danubio contro a quei daci a cui Domiziano avea testé pagato tributo, li vinse e ridusse a provincia romana. Successegli Adriano suo figliuolo adottivo, principe pacifico.