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Che logica, che ingegno, che sintesi, che analisi, che argomentazione, che ordine, che esordî, che stile, che armonia, che composizione!».

Si è detta la rivalitá che correva allora tra il Chiari e il Goldoni. I due primi versi dell'ottava 33 contengono in caricatura lo stile del Goldoni, qualora voleva impacciarsi a comporre de' versi sostenuti. Stanza 35. Dodone alcuni versi avea finiti pel maritaggio, e pronti per le stampe, che correggean que' vati fuorusciti.

E le accennava un mappamondo disegnato su un'ampia carta e attaccato alla parete. Vi prometto che parleremo anche di voi nel nostro viaggio.... La sera, quando saremo tornati agli alberghi, dopo cena, fra una risata e l'altra.... Non m'irritare!... disse la principessa, pallidissima, digrignando i denti. Poi, mutando stile: Se tornassimo amiche? Credeva invescar l'altra.

Il verbo all'infinito nega per stesso l'esistenza del periodo ed impedisce allo stile di arrestarsi e di sedersi in un punto determinato. Mentre il VERBO ALL'INFINITO È ROTONDO e scorrevole come una ruota, gli altri modi e tempi del verbo sono o triangolari, o quadrati, o ovali.

Grande godimento è quello di poter leggere oggi in queste vigne le Georgiche di Virgilio, il capolavoro della poesia latina, libro stupendo non tanto per la forma della composizione, che è mediocre, quanto per la purezza, la precisione, la grazia inimitabile dello stile.

scorgi la man non piú cruda, rapace, non piú del mondo posta in servitute; la man che particella, se 'l ti piace, scriver desia de l'alta tua vertute, la quale d'ogni senso uman capace mi ricondusse al poggio di salute, e nel tuo nome pareggiar vorria mio basso stile un'alta fantasia.

Un for di stile e d'uso uman sembiante, una celeste angelica figura di quel nasciuto allor allor infante fu, ch'al veder mi tolse ogni misura. Ché s'al visibil sol non è costante, or che al divin potea nostra natura? Bench'era in carne ascoso, pur non pote di fora non aver de le sue note.

E senza aspettar altro, si volse all'uscio, lo aperse e partì. Dieci minuti dopo, era in via Balbi e scampanellava all'uscio del marchese di Montalto. Ma Aloise, per dirla nello stile di Lucullo, non era dormito quella notte in casa di Aloise, e il servo non seppe dire a Lorenzo dove fosse, quando sarebbe ritornato; soltanto sapeva e diceva che da due giorni il suo padrone era fuori.

La lingua è di buon conio paesano; e lo stile corre via rapido e spigliato. Sicchè il nuovo racconto del Grandi è degno degli altri, che gli han data meritata lode, ed offre onesta e piacevole lettura.» =A. Franchetti= «Non sono più di centoventisei pagine in-16 di un bel garamone, con molto lusso di spazii interlineari e marginali.

E non c'è nello stile del Lesca niente di ammanierato, di grave, di pedantesco; soltanto il concetto non prende le ali, non tenta di diventare qualcosa di organico, o di meno scucito che il semplice annotare. Io avrei voluto vedere smentita la modestia del titolo del suo volume; cosa che all'autore non sarebbe stata difficile volendo, perchè ne d