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NARTICOFORO. Questo vocabulo «pappalasagni» non l'ho osservato in Spicilegio in Cornucopia in Calepino. Granchio, tu che sai di zergo e di furbesco, dimmi, che vuol dire? GRANCHIO. Che sète un grandissimo letterato! Diteme se Gerasto fusse in casa. NEPITA. Non v'è; se vi fusse, potrebbe venir a voi, perché ha in casa certi forastieri romani.

Se non che un mio conoscente, súccubo intellettuale della Germania, al quale sottoposi questo ghiotto spicilegio, dopo esser rimasto qualche attimo interdetto, sollevò la fronte irraggiata da una luce improvvisa. «E se quegli errori ci fossero anche nel testo italiano, e l'editore tedesco li avesse mantenuti per scrupolo scientifico

Rememora che quando pervenesti a Salerno non v'era giovine d'intelletto piú terso di indole piú elegante di te. Sempre col Cantalicio e con lo Spicilegio alle mani; appena diceva: «arrige aures», che subito ti ponevi in ordine e aprivi le orecchie; non ti dava dettato cosí grande che non l'avessi capito e posto ben bene entro i meati dell'intelletto.

De' suoi amori con Paris Montalto non aveva potuto sincerarsi mai, e la dolcezza di sale dell'aristocratico annotatore del Parafulmine lo faceva talvolta sorridere di compassione, tal altra uscire in maledizioni contro la umana sciocchezza. In quello spicilegio di errori e di colpe, di debolezze e di nequizie, c'era ogni cosa, salvo quel tanto che a lui metteva più conto sapere.