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E l’Aretin che rimase, tremando mi disse: «Quel folletto è Gianni Schicchi, e va rabbioso altrui così conciando». «Oh», diss’ io lui, «se l’altro non ti ficchi li denti a dosso, non ti sia fatica a dir chi è, pria che di qui si spicchi». Ed elli a me: «Quell’ è l’anima antica di Mirra scellerata, che divenne al padre, fuor del dritto amore, amica.

«Fu veramente un sonno delizioso scriveva lei stessa a donna Mina Biraga come da un pezzo non sogno più. Ma ero letteralmente épuisée. Non ho pigliato un malanno, ma Dio ti salvi dagli idilli campestri. Per me preferisco una spanna del mio salottino a tutti i Trianon e a tutti i chalets dei poeti, a meno che i buoi e le capre non siano di porcellana. L'Arcadia è sporca. E la bestia uomo non è meno bestia delle altre, non escluse le donne. Teresin me ne raccontò di tutti i colori. Quando seppe che non ho figli, mi consigliò, indovini? di portare in vita tre spicchi d'agli infilati in uno spago. Una sua sorella che ha provato questo rimedio consigliatole da un santo eremita di Musocco, ebbe due volte due gemelli dopo quasi tre anni che non vedeva figliuoli. Puoi immaginare un ilang-ilang delizioso? amore all'aglio. Quando tornò Cesare colla daumont era gi

E sapea dibucciare e mele e pere e melarancie dolci, e in spicchi farle, poi rivestirle che pareano intere, e gentile alle dame presentarle. In mille forme lor dava piacere, ché l'arte ha sin ne' cori a tasteggiarle, e conforme a' cervei sa porre il zolfo, tal che tutte voleano il duca Astolfo.

Il vento solleva e travolge grani di sabbia mostruosi, che sembran spicchi di stelle!... Furono dunque infranti degli astri incandescenti per innalzare una scogliera insuperabile d'oro davanti alla nave del Dio?... Giulia! Fiore carnale! Non dormir, Giulia mia!

In qual giardino ti nascondi, frutto celeste, ch’io ti spicchi, ch’io ti sprema sulle sue labbra

La vaghissima Marianna Mantegna, col suo delizioso neo sul seno d’alabastro, ispirava al Meli la canzonetta Lu Neu, che contiene non innocenti arditezze: Tu filici, tu beatu 'Nzoccu si’, purrettu o neu! 'Ntra ssu pettu delicatu Oh putissi staricc’eu! 'Ntra ssi nivi ancora intatti Comu sedi, comu spicchi! Ali! lu cori gi

E l’Aretin che rimase, tremando mi disse: «Quel folletto è Gianni Schicchi, e va rabbioso altrui così conciando». «Oh», diss’ io lui, «se l’altro non ti ficchi li denti a dosso, non ti sia fatica a dir chi è, pria che di qui si spicchi». Ed elli a me: «Quell’ è l’anima antica di Mirra scellerata, che divenne al padre, fuor del dritto amore, amica.

Nessun può col cervello immaginare biscia, serpente, tigre o lionessa, che alla bizzarra possa somigliare, all'ultimo parlar della badessa. Perdio, pelate cominciò a gridare, ch'io sarò a pezzi, a spicchi, a quarti messa; se foste mille, non avrò paura: non mi terrete dentro a queste mura. E cominciava a correre alla porta. La badessa gridava: Suore, all'erta!

E l'Aretin che rimase, tremando mi disse: <<Quel folletto e` Gianni Schicchi, e va rabbioso altrui cosi` conciando>>. <<Oh!>>, diss'io lui, <<se l'altro non ti ficchi li denti a dosso, non ti sia fatica a dir chi e`, pria che di qui si spicchi>>. Ed elli a me: <<Quell'e` l'anima antica di Mirra scellerata, che divenne al padre fuor del dritto amore amica.

Le nevi che qui cessano in maggio per ricominciare in settembre, non si dileguano mai così che non ne appaja vestigio anche nell'estate; nella quale stagione, quando si giunga la vetta, i rigori del freddo superano talvolta i geli degl'inverni lombardi. Torbidi vapori agitati dalla continua tramontana, addensantisi spesso in negre nubi, avvolgono quasi sempre i passi del viandante che si spicchi fin l