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Il rumore ogni giorno saliva. Quel mugnaio, adirato, parlava di scacciare la figlia. Anzi disse ch’ella aveva nel corpo il dimonio del fuoco degli uomini, e perciò vedeva con doppi occhi, ed era meglio la buttasse per la campagna, con la sua treccia spettinata ed i suoi occhi da trovar fortuna. Ma dal borgo il rumore saliva.

Sentiva di essere spettinata, ma non se ne preoccupò: temeva solamente di dover tornare con lui nel salotto a parlare con la mamma e con la signora Cesarina. Quindi era fuggita senza che gli altri potessero indovinarne la ragione.

Era sempre spettinata, col capo sudicio, perchè adesso avea la superstizione di perdere i capelli se li toccava l'Agnese. Insomma un giorno, tanto si sentiva sfortunata, che non potè più reggere, e si mise a piangere dalla fruttaiola. Figurarsi! a cagione «di quella bestiaccia» si guastava il sangue e si arrabbiava anche col conte Venceslao!

Quella sera, dopo la partenza del babbo, Lalla era nel salotto rincantucciata nella poltrona, spettinata, cogli occhi e il naso rossi, tutta avvolta nello scialle, perchè sentiva, o almeno dicea di sentire, quei brividi di freddo che corrono fra carne e pelle, dopo un pianto dirotto. Ma, mentre tutte le altre volte in simili casi usava di ritirarsi per tempo, quella sera invece ai fermò dopo il pranzo, e quando udì la nota voce di Sandro diede una scappatina in tinello, dicendo alla mamma che lo volea pregare di serbarle vivo il primo cardellino maschio che gli capitasse in ragnaia. Il cardellino, naturalmente era un pretesto; ma da ciò non è lecito supporre che l'amicizia fra i due giovani fosse in così breve tempo diventata più intima. Sandro era ancora le mille miglia lontano dall'immaginare la fortuna, o la disgrazia, che lo aspettava. Se non che da quel giorno i discorsi della signorina lo impacciavano; erano sempre pieni di frizzi, di allusioni ai suoi amori, allusioni e frizzi che lo facevano poi andare in bestia contro quella chiacchierona della Nena. Quando Lalla lo pregava di alcune commissioncelle, compere di lana, o di lapis, o di carta per il disegno, nelle gite che egli frequentemente faceva in citt

Questa combinazione lo meravigliò; alzò colla mano il piccolo orologio che Andreina portava appeso alla cintura e vide che non erano ancora le nove e mezzo. Guardò Andreina fissamente: era pallida, spettinata, col volto affaticato, cogli occhi lividi le labbra arse... A che ora hai ricevuto la lettera?... Colla prima dispensa, rispose Andreina tornando ad arrossire ed a turbarsi.

Basta! vi partita vinta, e rifugiamoci presso la finestra, guardiamo per un istante il mare. Vedete? Poche onde grigie, sonnolente, che fumano tra la nebbia con tristezza infinita. Passa un prete maestoso, che lascia nel fango le larghe impronte de’ suoi piedi apostolici. Passa una bambinaia spettinata, con due fanciulli disobbedienti, che si trascina dietro come sacchi.