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Si sparano i cannoni, ma i cannoni non fanno che brontolare nell'aria, e la loro è una cattiva musica.

Laggiù vi sono dei nugoli di cavallette... E, a destra, il vento del Sud che solleva la sabbia e la trasforma in rossi fantasmi veloci... I nostri nemici non hanno ritrovate le nostre tracce, altrimenti non sparerebbero così all'impazzata. Si sparano l'uno contro l'altro, quei bruti! Gli abitanti di Bembe combattono contro gli abitanti di Engoge.

La blindatura Ansaldo tanto discussa resiste. A destra passano con noi i bersaglieri ciclisti del colonnello De-Ambrosis. Sparano con la bicicletta appoggiata al fianco e cantano: Addio mia bella addio... Nostalgia dinamica e marziale di quella, canzone trascinata ma che trascina, svolazzante e smarrita, ma imperiosa. Strana miscela di sentimentalismo e di audacia virile.

Le nostre tre mitragliatrici funzionano puntate su 3 finestre diverse che agonizzano. Ammutolite. Gli austriaci sparano ancora dal folto del giardino. Raby grida: Giù tutti! Cessate il fuoco! Coi moschetti! Prendi i petardi! Tutti insieme dentro il giardino! Mi slancio. Nello scavalcare il muricciolo sento bestemmiare Siciliano che tempesta col calcio del moschetto due austriaci in un boschetto.

Da due finestre della piazza vampano e sparano due mitragliatrici austriache. Non c'è tempo modo di rispondere efficacemente colle nostre mitragliatrici. Mentre il sergente Locatelli ne punta una in cupola, noi ci slanciamo fuori. Moschetti, pistole e tascapane pieno di petardi. «! ! quella finestra a pian terrenourla Ghiandusso. Io la punto col moschetto e sparo.

Prima del giorno il chirurgo Ripari stava medicando le ferite al buon Garibaldi il quale nel tumulto della battaglia se l'era dimenticate, ma ora posando, esse si ricordavano di lui, quando il cannone si fece sentire, ond'ei rimase sospeso con le fasce in mano: ecco allo improvviso salta in mezzo della stanza il pro' Daverio esclamando: «su per Diosenonchè visto lo stato del Generale soggiunse: «dunque finisci di medicarti, e tu fa presto e vieni via; intanto io vado.» «Va pure, rispose il Garibaldi, ma qui vi è la bandiera, e bisogna provvedere a cui darla, e per cui mandarla; da una parte e dall'altra per questa operazione ci vogliono ufficiali.» «La è presto fatta, mandala per Ripari al Masina.» E il Ripari come gli ordinarono fece, ed avendo trovato il Masina a dormire lo tirò per un piede gridando: «come! si sparano cannonate contro ai Francesi e tu dormi?» «Mo'! esclamava il Masina, io non sentiva niente» e calzati gli stivali scappò via con le altre vesti in mano abbigliandosi in fretta e in furia per le scale, e per la strada intantochè correva.

Mentre Assunta parla esaltandosi, le bottiglie sante dissepolte sparano e spumeggiano. Tutti bevono dimenticando gli austriaci. Un rettangolo sul muro meno polveroso ricorda un divano rubato. Io bevo poco. Ghiandusso oscilla beato. Devo quasi sostenerlo quando andiamo a finire la serata in casa della famiglia Martini.

Oh con quale fierezza italiana io ammiro i buoni fanti della brigata Casale che sparano nella trincea! In uno squarcio di luce ancor torbida una allucinazione o una realt

Fu questo il segno dell'eccidio, sparano i soldati, sparano i carabinieri e le grida disperate e i lamenti dei feriti, il pianto di tutti resero lo spettacolo selvaggio e commovente. Anche i poveri soldati spaventati corsero come forsennati per la campagna. Allora, seminata la via di feriti, la folla uccide il messo comunale che, sogghignando, mostrava il suo compiacimento per tanti caduti.

Vorremmo andargli incontro, ma il fanale è nella cassa, e con questo buio fitto non vogliamo arrischiare di perderci tutti quanti: si suonano le trombe, si sparano diverse fucilate, ma nessuna risposta. Finalmente da un servo sappiamo che Bianchi sta fermo con quattro o cinque altri uomini, e questo ci tranquillizza alquanto.