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Io m'aggiunsi a quello stuolo d'amici, e via. Dopo otto miglia eccoci al tu per tu coi posti avanzati delle tre brigate. Erano le cinque ore. Un torrentello separavali da noi. Discernevamo i comignoli delle case e il campanile del villaggio di Soveria situato in una valle oblunga. Sulla sua destra il colle si erge a forma di poggio ove altre case disseminate biancheggiano, e vi scorgemmo squadriglie di cacciatori. A sinistra le sinuosit

Nella nostra storia noi eravamo rimasti sulle alture di Villa S. Giovanni, dopo la resa d'una divisione borbonica che ci lasciò molto materiale da guerra, cannoni, fucili, munizioni, cavalli, ecc.; lo stesso successe a Soveria con altra divisione. Da Villa S. Giovanni alla capitale della meridionale Italia fu una marcia trionfale.

Garibaldi visitò i diversi posti: arditissimo quanto cauto ed antiveggente, diede le disposizioni necessarie per la varia fortuna, indi si collocò nel centro della prima linea a fianco d'una strada incassata che precipita a Soveria. I nostri della destra trassero alquanti colpi contro i cacciatori, ma i cacciatori tacquero. Nuovi colpi e l'istesso silenzio.

Allora s'intesero voci sparse di Viva Garibaldi, siamo fratelli. Le medesime voci riecheggiarono fra i borbonici. Accostandosi via via e questi e quelli, si confusero insieme e si abbracciarono. Adesso la pera è matura, esclamò Garibaldi. Se non che il grosso dell'esercito nemico accampava in Soveria. A mezzodì sopraggiunse un battaglione di Cosenz e si postò sulla strada maestra.

Garibaldi da Soveria andò a Napoli coi cavalli di posta. Dittatura di tre giorni.

Le popolazioni stanche dell'abbominevole dominio borbonico, acclamavano e benedicevano i valorosi liberatori. Alcuni incidenti lungo la strada come quelli di Soveria e di Sorrento altro non mostrarono che lo spavento dei nemici d'Italia, e l'aumento di possanza dei nostri in armi, munizioni, gente e prestigio.

Conoscitore dell'aritmetica delle rivoluzioni, computò su numeri misteriosi ma reali, e verun diverso pensiero lo inforsava. In questo mezzo spesseggiavano a manipoli i più lesti camminatori delle nostre schiere ad afforzare le gracili file dei cappelli conici. Smontati di sella, penetrammo fra le case del poggio che domina Soveria.