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Ed è da notare che l'oro comunemente suole allegarsi con metá d'argento e metá rame, perché con argento schietto biancheggia troppo e con rame schietto troppo rosseggia; ma, con metá per sorte, riesce migliore e meno dissomigliante dal vero oro la composizione.

Infatti, soggiunse, va, che Dio ti benedica; a questo mondo nessuno può fuggire alla sorte che gli è riservata!... Io ti stimo abbastanza per pensare che, se cadi, la forza che ti spinge è irresistibile.... Va... e ritorna presto... che sia decisa una volta, se posso vivere in pace gli ultimi anni della vita... o se devo morire desolata!... Era inutile di discutere.

Il maestro Verdi ebbe molti denigratori accaniti. È la sorte di tutti gli artisti di genio ai quali arride il successo.

Il nero Affricano, lungi dal suo deserto nativo, guarda con doloroso sdegno i campi verdeggianti; il rozzo Lappone, rapito alla sua terra materna, sospira le notti perpetue e il perpetuo gelo; ed io, io cui la sorte benigna concesse di nascere e di crescere nel tuo beato grembo, benedetto di tanti doni da Dio, io, lontano da te, avrei potuto dimenticarti, Granata

Lei, insomma, era innamorato della sua vicina. Come un angelo, ero innamorato. A vent'anni l'amore va tutto in fiore, o quando la sorte ti mette accanto a una bella donnina, il meno che si possa fare è di farle la corte col flauto. E il marito?

LIDIO maschio solo. D'un gran periculo uscito sono; e, a gran pena, io medesimo non so come. Io ero, si può dir, prigione e di Fulvia e di me piangeva l'infelice sorte quando ecco uno, menato da Fessenio, salta in camera dalla finestra di dreto. E subito vestissi de' panni miei e me dei suoi.

PROTODIDASCALO. Pol, aedepol, mehercle, quidem, Lampridio, che al fin ti será molto amarulenta. Nota «aedepol» col diftongo. LAMPRIDIO. Pur la buona sorte ha voluto che ci venissi. PROTODIDASCALO. «O terque quaterque beatus» se non ci fosti venuto mai! LAMPRIDIO. E come desiosa farfalla corre intorno l'amato lume, cosí vo io ratto a pascermi gli occhi dell'amata luce del mio sole!...

Ma chi era il frate, e perchè tanta parte prendeva alla sorte di questa famiglia?

Monna Ghita accettava la sua sorte con una allegrezza raccolta, e vorrei quasi dire concentrata, di cui ella stessa non misurava la profondit

Ed anco è bella, e se non fosse forte Padrona pur sarebbe della sorte, E senza scettro ella potrìa guidare La moltitudin cui dal monte al mare Abbaglia il ritmo di sue forme e il truce Occhio languente dall'arcana luce. Ella non teme alcun rivale e sfida Che il più grande l'offenda o la derida, E non paventa alcun Iddio e china Non si prostra ad alcun, poichè è divina.