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Voleva vedere la sua antica casa, ma temeva. E triplicato dal presentimento che pesava su di lui lo spavento soprastava. Rimase così una quindicina di giorni in quel brutto albergo e non si decideva a partire. Egli era come un uomo che teme d'aprire una porta. Una notte ebbe un sogno.

Negli estremi giorni ancora, quando la vita le fuggiva ed ancora l'illusione rinasceva in lei, facendo a noi tutti più aspro lo strazio della catastrofe che ci soprastava, il nome vostro ricorreva sulle sue labbra.... come quello dell'amica più buona.... Il mio nome!

Davanti a una Madonnina che soprastava alla porta Romana, furono dunque accesi due torchietti, e intimato a Bernabò e al bel Galeazzino (Matteo era gi

Alto della persona, tanto che soprastava a tutti con la testa, bello, di modi graziosi e veramente signorili, di una voce tonante, quando scoteva la sua languidezza, egli produceva in quanti gli stavano attorno il massimo effetto. Gi

Dinanzi adunque a questo altare, al quale ardevano lampadari moltissimi, si vedeva prostrato a Cristo Salvatore un popolo intero cui soprastava una tremenda ingiustizia. Dopo la pubblica preghiera il venerando vescovo Sinibuldi levatosi di ginocchio e ascesi i gradini di quell’altare, circondato dal clero, dai magistrati e dai capitani di guerra, si volgeva al suo popolo stivato nelle tre vaste navate, e con affabile dignit

Se in alcuno dei nostri lettori si fosse suscitato un pensiero di amore per Enrico VII, che poc'anzi abbiamo veduto sollecitare il padre alla pace, sappia, queste considerazioni essere state fatte per lui. Nessuno sia così stolto da credere che un atto gentile derivi necessariamente da animo gentile. La più parte di noi pratica la virtù, perchè non fa frutto con la colpa, e commette la colpa, perchè non gli giova la virtù: lo spirito per questo si cambia in nulla, ch'egli rimane pur sempre tristo, o maligno, come la natura, o la educazione, ce lo ha dato. Se Enrico VII amò la pace, fu perchè il padre gli aveva promesso farselo compagno del potere, questo sperava conseguire, dove non avesse fine la guerra. Federigo considerando che non avrebbe mai ottenuto con le armi un dominio in Italia, tentò acquistarlo per via di pratiche, e fece tenere proposito a Guglielmo II di Napoli, santissimo Re, detto il Buono, se volesse concedere la sua zia Gostanza, figlia postuma del Re Rogiero, ad Enrico suo figlio. Guglielmo non avendo prole consente al trattato. Nel 1184 è fama che seguissero in Milano questi sponsalisedendo su la cattedra di San Pietro Urbano III. ed è pur fama, che Enrico oltre i diritti sul Regno di Napoli ricevesse in dote centocinquanta somari carichi d'oro, di vasellame di argento, vesti, sciamiti, grisi (forse vaj), ed altre preziose masserizie. Di a qualche anno morto Guglielmo il Buono, sebbene il Regno cadesse a Gostanza, i Siciliani, comportando gravemente la straniera dominazione, chiamarono Re Tancredi, Conte di Lecce, e Principe di Taranto, figlio illegittimo di Rogiero Duca di Puglia. Enrico VII disposto a volere ricuperare i suoi diritti implora il soccorso dei Pisani e dei Genovesi, promettendo loro amplissimi privilegii, si avanza dal lato di Cepperano, ed occupa tutta Terra di Lavoro fino a Napoli, il quale tien fermo per Tancredi. Una terribile epidemia distrugge l'esercito tedesco, che, costretto ad abbandonare il Regno, fugge a Genova. Riccardo Conte di Acerra ricupera Terra di Lavoro. La Imperatrice Gostanza, che posando su la fede dei Salernitani soprastava a Salerno, è dai cittadini consegnata a Tancredi. Questi, come uomo di cuore magnanimo, la rimanda ad Enrico senza riscatto; della quale cortesia come fosse in séguito ricompensato, vedremo tra poco. Rogiero primogenito di Tancredi, sua consolazione e conforto, dopo avere condotto a moglie Irene, figlia d'Isacco Angelo Imperatore di Costantinopoli, moriva. Tancredi soprappreso di acerbissima doglia lo seguitava nel sepolcro, lasciando Sibilia moglie, Guglielmo, Albinia e Mandonia, figli suoi. Enrico VII, saputa la morte del valoroso Principe, cammina celerissimo contro il Regno, e per questa volta gli viene fatto di conquistarlo. La Regina Sibilia ripara co' figli nel castello di Calatabellota, in que' tempi stimato insuperabile. Enrico le fa proporre di uscire, e nella Contea di Lecce, prima signoria del suo marito, restituirla. Accetta la sventurata: di a poco, ecco come Enrico adempiva i patti promessi: Guglielmo fece abbacinare, e privare dei genitali, che presto se ne moriva; Sibilia, Albina e Mandonia, mandò in carcere nei Grigioni. Ora si manifesta il suo feroce talento: fatti prendere tutti coloro che avevano parteggiato per Tancredi, ordinò che sul capo loro si ponessero corone di ferro infuocate, e con chiodi roventi vi si conficcassero. Riccardo Conte di Acerra, caduto in suo potere, fu strascinato a coda di cavallo, poi appiccato pei piedi; mai, finchè visse quel crudele, consentì che si rimovesse dallo infame patibolo. Margarito Grande Ammiraglio ebbe gli occhi divelti, i genitali recisi. I Genovesi e i Pisani non solo delle cose promesse non soddisfece, ma ben anche della buona fede loro schernì. Poi, come se infierire contro i vivi fosse poco, volse il suo furore contro i morti. Fatti disseppellire i cadaveri di Tancredi e di Rogiero, strappò loro con rabbia la corona reale dal capo. Le sue crudelt

«Voi quigli disse il Gritti assai maravigliato, e soprastava perplesso, e avrebbegli pur voluto dir tutto. Ma stando fermi ambidue, l'uno potè vedere nell'aspetto dell'altro manifesti indizi d'imbarazzo e di sollecitudine. Però prese a dire il Barbarigo pel primo: «E donde vienigli domandò. Attilio stette ancora un momento senza rispondere, poi s'accostò al senatore, e con voce assai bassa,

Da Numa s'instituiva il pontificato; prima l'ebbero i patrizii soltanto; poi anco i plebei: soprastava il sommo pontefice al culto pubblico ed alle cerimonie, al calendario, alle feste, agli oracoli, agli augurii, alle quistioni religiose, ai giudizi delle colpe contro gli Dei, alle vestali, ai sacrifizi, alle sagre, ai giuochi: trasse nome il pontefice dalla cura ad esso, ed al collegio dei pontefici minori affidata di mantenere il ponte di legno, che conduceva oltre Tevere: finchè stette in piedi la repubblica l'autorit

Intanto sua moglie, i suoi figli, abbandonati, privi di soccorso, soffrivano l'inopia delle cose più neccessarie, e il tormento più feroce struggeva il cuore della Lucia, il pensiero delle sofferenze di suo marito, e il terrore della sorte che gli soprastava.

Soprastava l'altro così un poco, siccome in meditazione, poi ripigliava: Pregare! Quanto tempo ch'io non prego Dio di vero cuore!