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Non ho più scampo alcun, meco dimora Non può far l'alma, ed io riprego in vano; E perch'afflitto e con angustie io mora Ecco mi nega un mio fedel sua mano; Orsù rimanti e non m'udir, ch'or, ora Verrammi a quì scannar ferro cristiano; E sotto i colpi lor mi vedrai steso, E non estinto sol, ma vilipeso.

»Ed ora esclamò sospirando la marchesa la mia confessione è finita... Tu sai come io abbia molto amato un sol uomo... Vediamo se il tuo giudizio vuol essere inesorabile come quello del mondo!...»

18 Non così Ricciardetto e il suo cugino tra le due genti variavan danza, perché, lasciando il campo saracino, sol tenean l'occhio all'altro di Maganza. Il fratel di Rinaldo paladino con molto animo avea molta possanza, e quivi raddoppiar glie la facea l'odio che contra ai Maganzesi avea.

50 Poi che ad alto vien, ch'un picciol punto lo può stimar chi da la terra il mira, prende la via verso ove cade a punto il sol, quando col Granchio si raggira, e per l'aria ne va come legno unto a cui nel mar propizio vento spira. Lasciamlo andar, che far

38 Tutti i sudditi tuoi, morendo, privi de la speranza, un ben che sol ne resta. Spero che n'abbi a liberar, se vivi, e trar d'affanno e ritornarne in festa. So che, se muori, si

Che se la nostra etá fosse ornata di scrittor degni come fu l'antica, non si ricorderebbe piú, in esempio dei piú famosi e illustri semidei, Augusti, Arsacidi o Iustiniani: ché la fama maggior di Carlo quinto, come fa 'l sol con le minori stelle, offuscherebbe i loro accesi lumi.

«Toglieva gli animai che sono in terra, Dalle fatiche loro». Dimostrane qui l'autore una delle operazioni della notte, la quale l'ordine della natura attribuisce al riposo e alla quiete degli animali, degli affanni avuti il passato; percioché, se alcun tempo al riposo non si prestasse, non sarebbe alcuno animale che nelle sue operazioni potesse perseverare; e però dice l'autore che l'aer bruno «toglieva», cioè levava, «Dalle fatiche loro». E séguita: «ed io sol uno». Par che qui sia un vizio, il qual si chiama «inculcatio», cioè porre parole sopra parole che una medesima cosa significhino, come qui sono; percioché «solo» non può essere se non uno, e «uno» non può essere se non solo; ma questo si scusa per lo lungo e continuo uso del parlare, il quale pare aver prescritto questo modo di parlare, contro al vizio della inculcazione.

E da ch'io de' begli occhi ho gli occhi privi perché da mille belle e vaghe ninfe cinto mi vegga, non però s'aggiorna dentro al mio cor fin che colei non riede, il cui bel lume ogni altro lume adombra. Sorgi sol del mio sol sola sembianza.

I o tragger vidi de' vostr'occhi al rete N atura, Amor e 'l Sol di sua quadriga. A ltra simile a voi chi vide unquanco?

Sopra la terra imperversava intanto Un uragan di popoli. Sul vecchio Tronco latin spirò l'aura del norte, E il rinverdì; fra le disfatte genti S'insinuò un gagliardo alito, un fremito Di selvatica possa. A quella forma Che al ritorno d'april, sotto al fecondo Bacio del Sol, freme la terra, e il cieco Germe, che in grembo custodì dal fiero Morso de' ghiacci, a l'aurea luce esprime; Tal serpea de l'uman genere in petto Una nuova virtù, che a la secreta Aura del mio pensiere apríasi il varco. Ed Ario sorse, e tutte avea d'intorno Le germaniche stirpi. Oh! splenda un lume Di verit