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Quella donna ammirabilmente bella, quel cavaliere di Malta dai tratti regolari, fortemente improntati e severi, quel bell'ufficiale, che accarezzavasi preoccupato i baffi fini e nerissimi, formavano un quadro, che avrebbe impressionato qualunque immaginazione. Quanti si sarebbero soffermati ad osservarlo, trattenendo il respiro, per tema di vederlo svanire al menomo soffio!

La bella sognatrice udiva ancora l'eco del suo nome pronunciato con un filo di voce sottile come un soffio, ed alla debole luce della lampada ricercava tutt'intorno la cara visione. Ernesta! ripetè un filo di voce sottile come un soffio. Leonardo! E d'un balzo fu al capezzale. Ti ho forse svegliata? domandò il cieco, ti chiamavo piano piano per non destarti. Ero desta; che vuoi? È l'alba?

Annuvolato era ancora il cielo, e soffio di vento non avvivava l'aria, increspava la faccia del lago, che da nessuna barca appariva solcata, onde melanconica se ne offriva la veduta dall'alto del sentiero tra le selve del declivio del monte, pel quale Frate Andrea e Falco retrocedevano. Camminò quest'ultimo alcun tempo meditabondo, recando sotto il braccio il suo moschetto colla bocca a terra, tenendo una mano fra i panni, e piegata al suolo la testa: a poco a poco però l'aria aperta, la vista delle montagne e delle acque, quantunque non lucenti per sole sereno, gli ritornarono i suoi abituali pensieri: sparve la tetraggine che lo aveva invaso, rimproverò a se stesso come una fanciullesca debolezza e una vigliaccheria quel momento di terrore da cui s'era lasciato sopraffare, rammemorò le tante sue passate imprese, si ricordò gli ospiti che lo attendevano, l'onore e la fama che gli sarebbero derivati riconducendoli liberi a Musso, pensò alla probabilit

Gin crollò le spalle, sicura. Giac s’avviò seguito dalla ragazza. Sull’uscio, questa gli pose una mano sulla spalla; il giovane si voltò brusco, la levò di peso e tenendola tutta inerte nelle braccia, le stampò sulla bocca un bacio lungo e mordente, finchè Gin guizzatagli di mano come un pesce e piantandosegli in faccia, rasente la persona, irrigidita, gli occhi morenti di languore, gli soffiò sul viso:

Egli aveva in animo di portare il suo aiuto a Venezia, e certo una cosa voleva: tener viva la fiamma finchè avesse soffio di vita, morire, tra i laceri brani della sua bandiera!

Gl'infelici precipitati nel fondo delle loro bolgie senza colpe e sostenuti solo dall'intemerata coscienza, languivano privi d'alimenti e d'un soffio d'aria libera!

E soggiunse in un soffio: Stasera alle nove conduco Pinotto a prendere una boccata d'aria al Valentino. Indi, voltandosi verso i nuovi arrivati. Buon giorno, signora Bardelli, come sta? Buon giorno professore... Pinotto, da bravo, levati il berretto. Questi ragazzi non imparano mai la creanza. Scambiati i saluti, la signora Merlini uscì rapidamente, tenendo a mano il figliuolo.

Ella tremava come se il soffio della morte fosse passato sulla sua fronte.

Qui lo spettacolo è degno d'un'ode di Vittor Hugo. Sul primo momento par di essere sotto una delle immense tettoie arcate delle stazioni di Londra. Son due gallerie lunghe come il Campo di Marte, larghe novanta uomini di fronte, e piene di luce, nelle quali mille macchine enormi, un esercito di ciclopi di metallo, minacciosi e splendidi, alzano le teste, le braccia, le mazze, le lame, fitte e intricate, fino alle vôlte altissime, producendo il fragore d'una battaglia. Una immensa trasformazione di cose si compie da tutte le parti. Il foglio di carta esce in buste da lettera, lo spago in corde, il bronzo in medaglie, il filo di ottone in spille, il filo di lana in calze, il pezzo di legno in frammenti di mobili; la ricamatrice svizzera ricama con trecento aghi, il papirografo inglese riproduce trecento esemplari d'un manoscritto, la macchina dei saponi taglia i cubi, gl'involta e li pesa; la macchina del Marinoni mette fuori i giornali piegati; le gigantesche filatrici di Birmingham e di Manchester lavorano accanto alle macchine d'estrazione delle miniere; la grande macchina da ghiaccio getta il suo furioso soffio gelato in mezzo agli aliti di fuoco delle macchine da gaz; altre lavorano i diamanti, altre lacerano e torcono il metallo come una pasta, altre lavano, raffinano, travasano, disegnano, dipingono, scrivono; in ogni parte freme una vita meravigliosa ed orribile di mostri di cento bocche e di cento mani, che irrita i nervi, introna le orecchie e confonde l'immaginazione. Qua e l

Come state mia disgraziata padrona? chiese il negro che frenava a gran pena le lagrime tremolantegli sotto le ciglia. Ah! Omar, sono stata alfine colpita proprio al cuore, sono stata alfine curvata dal potente soffio della fatalit