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« Non lo so. Troverò al telegrafo sue notizie. Può darsi che venga col treno delle due e quindici: in tal caso lasceremo in deposito i miei bagagli, entreremo in citt

Suo padre faceva un mestiere proibito dal codice, e, quel ch'è peggio, lo faceva colla coscienza tranquilla di chi crede di non commettere azione disonesta. "Un mestiere come un altro" diceva lui. Egli, sostraro fallito, s'era acconciato a diventare fabbricatore di falso coke, che vendeva a certi suoi antichi colleghi, ladri come lui, a non so quanti centesimi il chilogrammo.

TRASIMACO. Son cosí in fatti, come vi paio in ciera. TRINCA. E bisogno che rida, per non andar in pericolo di crepare. TRASIMACO. Di che ridete? TRINCA. Di nulla. TRASIMACO. So che non sète matto, che di nulla ridete; ditelo, di grazia, se pur qualche obligo non contende questa mia curiositá!

NICOLETTA, un poco commossa, si volge a lui e accenna di . Addio. Si avvia per uscire. D'improvviso, umile. Raimondo?! Questi si ferma, un poco sorpreso, si volge, la guarda; ella china gli occhi e sussurra. Grazie. Di che? Di quel che fate. Non lo faccio per voi. Lo so. Ma non incrudelite, adesso! Sincera, con slancio.

Può darsi; soggiunse, continuando, Aloise: «Quel che avvenisse alle dame inglesi non so; ma posso starvi pagatore che Goffredo Rudel non n'ebbe il cuore commosso, e in quella vece s'accese del più gagliardo affetto che uomo sentisse mai, per una donna la quale egli non aveva mai vista, per la contessa di Tripoli, la quale viveva nella sua corte, sulle spiagge di Soria. Innamorarsi di veduta, è cosa agevole e naturale; innamorarsi d'udita, è cosa strana, che molti stenterebbero a credere. Ma che volete? Udendo dai pellegrini, che tornavano da Terrasanta, narrare i pregi della contessa, celebrare la prestanza delle forme, la soavit

Via, e lo so a mente come le litanie: vicolo della Chiusa, n. 42, piano terzo, uscio a sinistra, quattro finestre sul vicolo, abitazione del signor Meustrier, dottore in ambo le leggi. Ma a me passano pel capo ben altri timori. E sarebbero....

Te lo giuro, vi son dei momenti in cui penso che tu sia in possesso di qualche segreto relativo a Varedo... Sei pazza? Che so io? Di qualche pasticcio galante?... Di qualche catena?

A queste parole il vecchio banchiere aguzzò gli orecchi, e fece tanto d'occhi per guardare il suo interlocutore. Questi proseguì sulla medesima solfa, tra il dolce e l'amaro: Debito mio! Non lo so. Fors'anche m'inganno, e fo peggio. Ma Iddio mi è testimone della onest

"Non so neppure che sia la Falsa-Testuggine." "È quella con cui si fa la minestra, di falsa Testuggine," disse la Regina. "Non ne ho mai veduto, udito parlare," soggiunse Alice. "Vieni dunque," disse la Regina, "ed essa ti racconter

Un miserabile che domanda l'elemosina, diss'egli poi, e che viene a contarmi una lunga storia di sciagure capitategli, di malattie e che so io... Il servo commise l'impertinenza di frammettersi nel discorso. Ha un aspetto che fa veramente compassione, diss'egli; pare il ritratto della fame, e raccomandandosi perchè recassimo a lei quel foglio non poteva frenar le lagrime.