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Misera che tu sei, non vedi chiaro ciò che fai senza l'arte sa di froda? non vedi ben che non si rumpe o snoda il laccio che a la gola tien lo avaro?

Quella, ch'un tempo per l'erbose sponde de l'ampio laco de l'antica Manto fece tenor cantando al gran Menalca: quella, quella or risponde al vostro Mopso. Volgi a me i lumi o diva, ch'in que' lumi godo del ben del ciel: la lingua snoda dolce mio santo amore; da quella lingua sente 'l mio cor dolcezza più ch'umana.

Poi tutto questo, alla partenza d’un treno, al cantare d’un’elica, si snoda, si scioglie, finisce: un altro forestiero dormir

106 forte ella nel mar batte la coda, che fa vicino al ciel l'acqua inalzare; tal che non sa se l'ale in aria snoda, o pur se 'l suo destrier nuota nel mare. Gli è spesso che disia trovarsi a proda; che se lo sprazzo in tal modo ha a durare, teme l'ale inaffi all'ippogrifo, che brami invano avere o zucca o schifo.

Oh quanto egli è soave L'errar su l'orme di stessi, ignoti Agli occhi dei saccenti! oh come il filo Dolce si snoda dei pensieri all'ombra Coperta d'una siepe! ecco ti sfugge Di mano il libro che portasti grave Di logorati sillogismi e stai A leggere te stesso.

Fra densi effluvii, fra luci gemmee piegano, ondeggiano, stretti trasvolano ritmicamente; ed ella fingere tenta un sorriso nel bianco viso; ma il viso mente, ma il valzer mente, non s’aman più. A onde, a fremiti, a spire, a vortici si snoda il valzer pieno di lagrime, pieno di baci.

Ella prende un canestro di vimini, in cui sono parecchi manipoli di filamenti erbacei, disseccati e tutti di variati colori; snoda due o tre manipoli, prende alcune fila tra le dita, e si mette ad intrecciarle. È quello il suo ricamo.

39 Nascono casi, e non saprei dir quanti: una muore, una parte senza coda, un'altra non si può muover davanti, e 'l deretano indarno aggira e snoda; un'altra, ch'ebbe più propizi i santi, striscia fra l'erbe, e va serpendo a proda. Il colpo orribil fu, ma non mirando, poi che lo fece il valoroso Orlando. 41 Poi li trascina fuor de la spelonca, dove facea grande ombra un vecchio sorbo.

Nel focolare ardono ceppi enormi, e le mobili lingue azzurre e gialle s’inseguono, s’intrecciano, farfalle e serpi, in guizzi, in fughe, in nodi informi: l’allegrezza selvaggia della vampa sibila, rugge, splende, s’invermiglia d’odio e di sangue, e snoda ed attorciglia tentacoli.

L'alaccie grandi avean, deformi e brutte; le man rapaci, e l'ugne incurve e torte; grande e fetido il ventre, e lunga coda, come di serpe che s'aggira e snoda. 121 Si sentono venir per l'aria, e quasi si veggon tutte a un tempo in su la mensa rapire i cibi e riversare i vasi: e molta feccia il ventre lor dispensa, tal che gli è forza d'atturare i nasi; che non si può patir la puzza immensa.