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Egli era, ripeto, alla corte d'Alboino, dove gli avvenne di stringersi in salda amicizia con messere Alardo di Anglona gran siniscalco del re; il quale messer Alardo, a sua volta, era amicissimo di un povero ma gentil cavalier normanno, chiamato Laurent di Sauvaine. Erano in tre! disse il piccolo Riario. Omne trinum est perfectum! rispose, senza turbarsi, il Pietrasanta.

Mentre quella splendida corte era modello di gentilezza, le schiere di Roberto, capitanate dal siniscalco Bertrando del Balzo, provenzale, e congiunte con altre armi, proruppero ne' nostri paesi per sostenere i pretesi diritti di Manfredo, empierono di rubamenti e di carnificine la contrada, espugnarono ed incendiarono Saluzzo, presero prigione il marchese Tommaso co' suoi figliuoli, gareggiarono con Manfredo a commettere ogni barbarie, e così in breve disingannarono coloro fra i prodi Saluzzesi che avevano sognato in Roberto un semidio, e ne' suoi guelfi altri semidei, chiamati ad abolire le antiche ingiustizie, ed a stabilire in Italia il secolo della sapienza e della rettitudine.

I due Cavalieri italiani, riabbassate le aste, continuando il corso, si affrontano in Mirapoix il Siniscalco, e Jonville, il giovane Cavaliere; Mirapoix e il cavallo sotto l'asta del Cavaliere del fulmine vanno sossopra, e il peso dell'animale fiacca una gamba al caduto, che dai sergenti viene trasportato tutto doloroso fuori del combattimento; Jonville, quantunque côlto al cimiero premesse con le spalle le groppe del suo cavallo, e l'asta per lo spasimo gli sfuggisse di mano, nondimeno afferrata la spada voleva ricominciare lo affronto: il Cavaliere del fulmine gli spinge addosso il cavallo, e gli prende la mira sul fianco; guai a lui se l'avesse côlto, chè non avrebbe mai più vestito piastra maglia; ma il Cavaliere primo venuto vedutolo approssimarsi prese tempo, e gli dette tal colpo sopra la lancia, che sviatala dalla mira, si conficcò nelle coste del cavallo, si rimase, finchè tutta sanguinosa non apparve dall'altra parte: Jonville abbrividì a quel colpo, e considerando la sua vita andar salva per opera del Cavaliere primo venuto, porgendogli la spada gli disse: «Signore, la cortesia vostra mi ha conquistato

Carlo dall'altro canto, trovatosi infin dal venticinque maggio a Bordeaux, come il stesso del duello seppe dal siniscalco la venuta dell'avversario, indragato mandava cavalli a inseguirlo, che per l'avvantaggio delle mosse invano s'affaticarono; e col Greilly n'ebbe acerbissime parole, e trapassò infino a farlo sostenere in palagio, ma tosto liberollo vedendo ammutinarsi i cittadini a tal violenza. Poi quel stesso, armato di tutto punto coi suoi campioni, stette Carlo infino a meriggio nel campo: e una oste francese, chi dice di tremila cavalli, chi di cinquemila, e chi assai più, baldanzosa ingombrava i dintorni della citt

Il siniscalco, cedendo alle istanze di Percivalle Doria, andò con esso lui, e fu tratto il cavaliere di Sauvaine dall'unghie del suo mortale nemico.

Questa non sarebbe giustizia; rispose egli poscia ad alta voce, e voi non vorrete dannarmi prima che sia finita la storia. Ora la mia storia dice che Alboino.... cioè, messere Alardo d'Anglona.... anzi, no, volevo dire Laurent di Sauvaine, fosse stato colto ad un agguato tesogli dal suo nemico e chiuso per comando di questi in un carcere donde non avrebbe potuto toglierlo se non un altro e più possente barone, come il signore d'Anglona. Ma il siniscalco, gi

Ma che cosa aveva egli fatto, il vostro Percivalle? dimandò Ginevra. Ecco! La corte era adunata e il siniscalco era tutto in faccende. Il trovatore lo tira in disparte e gli dice: messere, l'amico Sauvaine ha bisogno di voi, e subito subito. O come? Ed io che non posso muovermi!

In Sicilia Innocenzo III guerreggiò in nome del pupillo contra Marcovaldo, tedesco, siniscalco del Regno, alleato de' saracini. A Spoleto ed Ancona guerreggiò in nome delle antiche donazioni. Riuní piú territorio che niuno de' predecessori. E tali intervenzioni furono utili senza dubbio parecchie volte. Se fossero esagerate talora, ne giudichi altri; non sono affari nostri.

» Ricevuto di così strana guisa, Goccelino non si sconfortò, che anzi traendo partito dall'originale omelia dello zio, quantunque garzoncello, s'infinse e si adattò per modo a quella corte bigotta, che in pochissimo divenne il beniamino di tutti e paggio della contessa Beatrice. Il vecchio siniscalco strabiliava come egli, con settant'anni di fedelt

» Il giovanetto, che intrepido e con gli occhi spalancati lo aveva ascoltato, risponde tosto: Amen ». » Il vecchio siniscalco sorrise, e dicendo fra : Questo galuppo la sa lunga, la sa »! andò via.