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Tutte cose, in apparenza, innocenti come l'acqua, e magari, a tempo e luogo, opportune ed utili. Se non che, quando Herr Philologus si trovò a manovrare con codeste sigle misteriose, immaginò subito d'essere un nuovo Newton alla caccia di qualche nuova legge universale. Guardate un po'. L'astronomo scrive, per esempio: A + D π = η3

Il pezzo ossidionale di Famagosta, ovvio a trovarsi, è di puro rame ed ha un diametro di m. 0,028; il peso ne' varii esemplari è tanto incerto che sembra affatto arbitrario; il minimo da me riscontrato fu di k. 17, il massimo di k. 46. Nel mezzo del campo del diritto è il leone seduto e rivolto alla sinistra del riguardante, e sott'esso l'anno 1570, e all'ingiro PRO. REGNI. CYPRI. PRESSIDIO. Nel rovescio è in tre linee la iscrizione VENETORV = FIDES. INVI = OLABILIS, sopra la quale un amorino, svolazzante verso la destra, allude alle tradizioni mitologiche dell'isola cara a Venere; e nell'esergo il nome di BISANTE colle note, varie negli esemplari, IIII, .I., . I . E ., . I . F . Ma come discernere fra questi pezzi quelli [I[duodecim assium]I] e quelli [I[quattuor quadrantium]I] che il Riccoboni distingue? Le sigle stessissime occorrono in un pezzo del massimo e in uno del minimo peso; dunque il peso non è dato regolatore. Il tipo nemmeno perché in tutte è simile, come simile è il metallo che in tutte è semplice rame. Se tutte avessero la cifra IIII potrebbero essere i pezzi di 4 quadranti, pezzi che d'altronde non sappiamo a che moneta corrispondessero. Ma quello di 12 assi, nome parimente a noi sconosciuto, parlandosi di monete coniate da' Veneziani, qual mai sarebbe? Forse quel nummo di biglione, custodito alla Marciana, del diametro m. 0,021 e, del peso di k. 14, che offre da un lato in quattro linee la epigrafe ÆS = ARGE = NTI = .X., e dall'altro il leone di S. Marco gradiente verso manca con all'esergo 1571? Lo Zon (p. 69) non esita a dirci anche questo pezzo, di rarit

All'ingiro è la leggenda SANCTVS . MARCVS . VENETI . e fra le zampe del leone v'hanno varie sigle che qui riporto traendole da' varii esemplari ch'ebbi a vederne nella Raccolta Correr. I pezzi di Agostino Barbarigo recano le iniziali A . F, Z . F . M, C. K, Z : R, M . B, M . L, e alcuni ne vanno senza. Di quelli del Loredan, altri portano . A . M ., altri mancano affatto di sigle.

Dunque c'erano: «un cannone di legno antichissimo: un rostro di nave probabilmente dei tempi delle zuffe con Magone cartaginese: alcune corazze con intagli, geroglifici e sigle; la fama le diceva usate dalle donne genovesi ch'erano andate a combattere in Terrasanta, la forma del petto le dichiara....» Se le dichiara! Anche pel d'oggi!

I quattro esemplari che ne ho veduti, de' quali 2 nel Museo Correr, 1 alla Marciana, 1 a Padova ora passato a Trieste, mi porsero un solo tipo, avente sempre a' due fianchi del santo vescovo le iniziali V e O. Queste sigle ci provano che solo nel 1549 si diede esecuzione al surriferito decreto 1493, perché in quell'anno sedeva conte e provveditore a Lesina Vincenzo Orio.

Nello spazio fra la linea su cui posa il leone ed il cerchio che lo attornia sono ripetute le sigle G * 10, e fuori di questo cerchio gira l'epigrafe SANCTVS MARCVS VENETVS 1646, notandosi per esattezza che le N da questo lato sono rovescie. Quanto al diametro e al peso di questa moneta è inutile il dirne, perché non è, lo ripeto, che un pezzo da 2. 1/2 soldini di rame recuso.

Devesi però confessare non aver noi dati certi che tali monete si battessero immediatamente dopo la pubblicazione del decreto che ne ordinava lo stampo. Pare in quella vece che si lasciassero scorrer degli anni talvolta anzi che la zecca veneta vi desse esecuzione. La mancanza di sigle nel pezzo di Sebenico ci vieta conoscere l'anno preciso in cui si diede mano al lavoro dell'uno o dell'altro de' varii suoi tipi; benché dalla terminazione del 1499 appaja che anteriormente se ne fossero di gi

Offre la gazzetta nell'averso il nome CANDIA in una linea orizzontale, e sopra e sott'esso un rosone fra due stelline. Nell'esergo di questo lato ha, ne' quattro diversi tipi che ne ho veduti, le sigle . N. C., F. R., M. A. S. e P. M., le quali, con esempio molto raro nel rame, sono le iniziali del massaro sotto cui furono stampati i varii pezzi. Due sole variet

Essi hanno tutti in questo periodico la firma di «Grisostomo». Non è impossibile che possa essere del Berchet anche qualche altro articolo, che nel Conciliatore non ha firma alcuna, o che è firmato con pseudonimi o con sigle, che non si sa a quali dei soliti collaboratori si debbano attribuire.

Nel diritto è la consueta rappresentazione del santo patrono di Cattaro, intorno a cui gira la leggenda SANTVS TRIFON, e a' cui lati le sigle F e L. Nel rovescio intorno al leone di S. Marco in gazzetta è la epigrafe S. MARCVS VENETI. I caratteri sono gotici. Vario è il peso degli esemplari, cioè da k. 2. 3 a k. 6.