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Poi che al tutto abbiamo rimosso la fame, siami lecito, Dicaste inquisitore, innanzi ogni altra cosa domandarti questo, che mi ha messo nell'animo, non uno scroparello, ma una lancia, se si concede che sia vero quello, che abbiamo udito da quella strega. DIC. Siati lecito ciò che ti piace.

Narrami pur quel che tu vuoi, che quale sempre fui, di sempre essere ho proposto; e ben ch'a torto io ne riporti male, a lui non ho questo peccato imposto. Per lui son pronto andare anco alla morte, e siami contra il mondo e la mia sorte. 46 Rispose l'empia: Io voglio che tu spenga colui che 'l nostro disonor procura. Non temer ch'alcun mal di ciò t'avenga; ch'io te ne mostrerò la via sicura.

Fino a che non si metta in miglior luce la storia di quella zecca, i cui documenti mancano quasi affatto agli archivii veneti, siami lecito avvisare in questo curioso pezzo un capriccio di zecca, uno di que' capricci de' quali ci porge tanti esempii la zecca nostra; voglio dire un semplice follare battuto s'un pezzo di rame di peso eccedente. Eccone pertanto la descrizione.

Io farò più sotto novella menzione di essi. La prima parte del cómpito ch'io mi sono imposto è terminata; e per quanto essa siami stata penosa, ancor più lo sar

Se mai tuo spirto in su l'Olimpo ascese A misurar de l'auree stelle i segni, E s'affannando per eccelse imprese Mai scongiurasti de l'abisso i regni; Oggi del tuo saper siami cortese, E l'alma tua più che giammai s'ingegni, E di quanto ella può nulla mi neghi, Ch'altissima cagion fa, che ten preghi.

Però dal mio Iesú se detto fiami giammai: Di poca fede, or perché dubiti? scusarmi non saprò, quando che siami concesso por le dita fin ai cubiti nel suo costato e trarvi 'l ben, che diami fidi pensieri e al vero creder subiti. Non lece dunque piú d'Egitto in gremio starsi, ma gir con Móse al certo premio.

V'amo, o pompe divine! e prego il Cielo Ch'io mora in patria ove sien usi santi, Ove alla tomba il mio corporeo velo Dato non sia da ignoti o da sprezzanti, Ma pochi amici con pietoso zelo Seguano la mia bara salmeggianti, E valga de' lor sospiri il merto, Che tosto siami il sommo regno aperto! Inno di gratitudine e d'amore Al Creator de' nostri cuori amanti, Di tutte meraviglie Creatore!

Dicevano gli Unni Con rabida voce: «Per quale incantesmo »Ci vinse la CroceEd Attila urlava: «Fuggiamo il SignorAh! dolce siami ricordarmi ancora Processïoni d'altri cuori amanti, Volte a far ch'uom santamente mora; Allorquando a' fratelli doloranti Sovra il letto di morte vien portato Quel Dio che si commove a' nostri pianti.

ISOCO. O figlia cara ché all'amore e riverenza che vi porto non so che altro nome chiamarvi, che mi date tanta allegrezza in vedervi quanto mi deste dispiacere essendomi rapita: o che nobile aspetto, o come anco nelle miserie risplende la maestá della vostra bellezza! MELITEA. Siami lecito abbracciarvi con quella riverenza come mio padre: o mio caro e amato balio!

60 Ma più d'ogni altro duol che le sia detto, che tormenti Ruggier, di questo ha doglia, ch'intende che s'affligge per sospetto ch'ella lui lasci, e che quel Greco voglia. Onde, acciò si conforti, e che del petto questa credenza e questo error si toglia, per una di sue fide cameriere gli fe' queste parole un sapere: 61 Ruggier, qual sempre fui, tal esser voglio fin alla morte, e più, se più si puote. O siami Amor benigno o m'usi orgoglio, o me Fortuna in alto o in basso ruote, immobil son di vera fede scoglio che d'ogn'intorno il vento e il mar percuote: gi