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Che vorrebbe dire? gli chiede il vecchio signore, con voce molto risentita. Il cavaliere, interdetto: Ma lei.... Lei, che cosa? Lei è un greco.... antico. E lei mi pare uno sciocco moderno. Voltate le spalle, il vecchio signore si risprofonda nella lettura del Gaulois. Il cavaliere pensa un poco, fa una crollatina di spalle, s'alza e riaccende la sigaretta.

Le nostre orazioni erano brevi, e tutte latine. La mamma ce le aveva spiegate alla grossa, ma ce le faceva sempre dire in latino. A me, che un giorno le avevo osservato come il latino non si usasse più, la buona mamma aveva risposto: « Appunto perchè non è più una lingua parlata tra gli uomini, dev'essere la lingua in cui si parli a Dio. « Ma se io non la intendo!

Si sar

Ma a questo punto si levò su un ubriacone sbracciando, e vuotando intanto un boccale.

Il professore spiegava come l'invenzione di quelle macchine fosse avvenuta a poco a poco, a furia di uomini d'ingegno che vi apportarono sempre nuovi miglioramenti e coll'aiuto delle nuove scoperte nell'industria; narrò che i primi tessuti erano cose grossolane, poi l'arte del tessere si perfezionò col telaio inventato da Jaquard, ma anche quello era rozzo, pesante, e la spola doveva esser guidata dalla mano, finchè a poco a poco si giunse al punto di poter ottenere colla massima facilit

Dopo aver così risposto, con dignitosa modestia, ai rimproveri di Temistio che lo accusava di tiepidezza, Giuliano, nel chiudere la sua lettera, non lascia senza confutazione una delle affermazioni con cui il maestro aveva cercato di richiamare il discepolo alla coscienza del suo dovere, e, più ancora, all’amore della iniziata impresa. Temistio, pare, gli aveva scritto che la vita d’azione è preferibile e più onorevole della vita contemplativa e che, pertanto, egli doveva esser lieto di trovarsi in una posizione nella quale gli era necessaria un’azione perenne. Giuliano, con un accento in cui si sente il rimpianto di un ideale perduto, risponde: «O caro capo, degno di tutta la mia venerazione, io voglio parlarti di un altro argomento intorno al quale la tua lettera mi ha lasciato incerto e turbato. Io desidero di esser istrutto anche di ciò. Tu dici che la vita attiva è più meritevole di lode della vita del filosofo, e chiami in testimonio Aristotele»³⁹⁰. Ma Giuliano sostiene che il testo di Aristotele non dice affatto ciò che Temistio vuol cavarne, poichè Aristotele parla bensì dei legislatori e dei filosofi politici e, in genere, di quelli che fanno puramente un lavoro mentale, ma non gi

R estossi allora quello, e col bel viso I l novo Ciparisso ovver Narciso: C hi chiama? disse e, vistomi soletto, T ennesi a lungo il naso fra le dita: O h tu! mi sai dicea di lorda vita! C ácciati presto in quel fragrante rivo, L avandoti lo puzzo fin ch'io torni. A llor si parte ritrosetto e schivo, V edendo una carogna in luoghi adorni.

Ivi con segni e con parole ornate Isifile ingannò, la giovinetta che prima avea tutte l’altre ingannate. Lasciolla quivi, gravida, soletta; tal colpa a tal martiro lui condanna; e anche di Medea si fa vendetta. Con lui sen va chi da tal parte inganna; e questo basti de la prima valle sapere e di color che ’n assanna».

Non potendo sospettare il vero, pensai che tu volessi riveder donna Livia... Lasciai Messina all'istante, e corsi qui come un pazzo. Comprendo, ma non avrei fatto scene; non sono imprudente. Meglio così; d'altronde hai moglie; è da un pezzo? Da due anni, rispose imbarazzato l'ufficiale. Come?... Appena....

Le barche erano tanecche ortonesi e venivano dal promontorio di Roto con un carico di agrumi. Anna, come le ancore furono gettate, si avvicinò ai marinai; e li guardava con una curiosit