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E mentre la raggiante visïone Sfolgora a me dal nudo del sereno, Mi scote e m’apre trionfando il seno Il ruggito selvaggio del leone. Non più, sotto il gran Sol che scalda e alluma Le sue grigiastre forme L’opificio respira e romba e fuma. Alto è il meriggio, e l’opificio dorme. Stagna dovunque la tristezza morta Del lavoro spezzato.

Le nere alte case gotiche Sfolgora un lume d'argento; Non so che peso di secoli, Che stanco dolor vi sento. Tu in faccia mi splendi, o luna, Fra i tetti obliqui sorgente. Ahi che un'amara fortuna Pur nel tuo volto si sente. Deserta, in cielo, tu sei; Di tanta gloria che fai? O luna, s'io non ho lei Splender poeta ch'è mai?

Rose color di sangue fioriscono in giardino. .... Il sole a tratti sfolgora dalle nubi

Il Rembrandt non aveva che ventisei anni quando fece questo quadro, il quale appartiene perciò alla sua prima maniera, nella quale non si vede ancora la foga, l'audacia, la sovrana sicurezza del proprio genio, che sfolgora nei lavori della sua et

In una sola, trepida Gioia che accende i petti e le pupille; Che lancia ai glauchi spazii Risa, speranze, cantici, faville; Che va fra cielo e popolo Su l’ali di magnetiche parole: Che sfolgora per l’aere Coi fulvi raggi del novello Sole. .... Silenzio.... è l’ora.

Sulla grande via lastricata di marmi dove in altre tempi si affollavano i passeggieri, ora si estendono le mense coperte di candidi lini. I candelabri, i fiori, il vasellame d'argento rivelano il gusto artistico e il sensualismo raffinato dell'epoca. La illuminazione è abbagliante. La cupola gigantesca dell'ottagono sfolgora come un sole.

Nei vecchi lo sbucciare di una nuova giovinezza li conduce a disordini ridicoli e vergognosi, e, questo ardore retrospettivo, si lancia e sfolgora come una scintilla.

Su le tenzoni del lavor; sul capo Dei vincitori e l’agonie dei vinti, Sguardo sereno ed immortal di Dio, Sfolgora il Sole. Io t’invoco, o Signore, Che nel buio mi guardi. Batte da lungi l’ore La bronzea squilla. È tardi. Spiega la notte l’ale.... Io prego, inginocchiata, Convulsa, al capezzale Di mia madre malata. Piet

Epiteti fini e fiammanti, rime e ritmi, come bimbi coronati di rose, irruppero cantando nella sua fantasia; e la giovane Idea, sciolti i luminosi capelli, sorse nuda e nuova innanzi a lei... Ecco: il bianco-e-nero Fiore della Frase apre i tuonanti petali: e sulla carta bianca sfolgora e vive il Poema. Non fu più concesso ad Aldo di suonare il pianoforte, perchè disturbava Nancy nel suo lavoro.