United States or China ? Vote for the TOP Country of the Week !


Deggioti dir, che del seren le chiare Piagge perdeste? e ch'abbattuti e vinti Foste nel centro giù per entro un mare D'ardor, d'orrore e di fetor sospinti? E se d'abisso ne le pene amare Non giacquer vostri pregi affatto estinti, Certo si religò vostra possanza: Che dunque a voi per far minacce avanza?

52 Poi che l'altro matin la bella Aurora l'aer seren fe' bianco e rosso e giallo, tutto 'l popul gridando: Mora, mora, vien per punir Zerbin del non suo fallo. Lo sciocco vulgo l'accompagna fuora, senz'ordine, chi a piede e chi a cavallo, e 'l cavallier di Scozia a capo chino ne vien legato in s'un piccol ronzino.

Quale per li seren tranquilli e puri discorre ad ora ad or subito foco, movendo li occhi che stavan sicuri, e pare stella che tramuti loco, se non che da la parte ond'e' s'accende nulla sen perde, ed esso dura poco: tale dal corno che 'n destro si stende a pie` di quella croce corse un astro de la costellazion che li` resplende;

Quale per li seren tranquilli e puri discorre ad ora ad or sùbito foco, movendo li occhi che stavan sicuri, e pare stella che tramuti loco, se non che da la parte ond’ e’ s’accende nulla sen perde, ed esso dura poco: tale dal corno che ’n destro si stende a piè di quella croce corse un astro de la costellazion che resplende;

Più non diss'ei; ma sorridendo sorse Del basso seggio, e disparendo a volo Scosse le penne luminose, e corse Sovra il seren de lo stellante polo. Ch'era messo del Ciel tosto s'accorse Il Re sublime, onde su l'ermo suolo L'inchina umìle, e disïando aspetta L'ora dal Cielo a sue fatiche eletta.

Costei nacque reina, ed a Sultana Poi crebbe in seno, a lei minor sorella, Bella così, ch'ogni bellezza umana Perdeva in paragon nome di bella; E ne l'aria del volto umile e piana Ogni sguardo di lei sembrava stella Che scintillando intra notturni orrori Vibri in cielo seren raggi maggiori.

e 'l Varchi è al suo ritorno seren, sol, porto: e chi ha d'onor disìo, si rallegra, gioisce e loda Iddio. XXXII. A Girolamo Muzio Voi ch'avete fortuna nimica, com'animo, valor e cortesia, qual benigno destino oggi v'invia a riveder la vostra fiamma antica? Muzio gentile, un'alma così amica è soave valore a l'alma mia, ben duolmi de la dura e alpestra via con tanta non di voi degna fatica.

Giunsi in alto per ripido sentiero, E grigio ancor sul capo ho l’orizzonte. So dei roveti le mordenti spine, So l’arida tristezza dai deserti: Non rispecchio il seren dei cieli aperti, Ma porto il lutto nel guardo e nel crine. Linatori sbucanti da la terra, Vittime scarne e intrepidi ribelli Dal labbro audace e dai grand’occhi belli Ove raggia un desìo di santa guerra,

Quale per li seren tranquilli e puri discorre ad ora ad or sùbito foco, movendo li occhi che stavan sicuri, e pare stella che tramuti loco, se non che da la parte ond’ e’ s’accende nulla sen perde, ed esso dura poco: tale dal corno che ’n destro si stende a piè di quella croce corse un astro de la costellazion che resplende;

Quale per li seren tranquilli e puri discorre ad ora ad or subito foco, movendo li occhi che stavan sicuri, e pare stella che tramuti loco, se non che da la parte ond'e' s'accende nulla sen perde, ed esso dura poco: tale dal corno che 'n destro si stende a pie` di quella croce corse un astro de la costellazion che li` resplende;