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Afferrandola per un braccio, le disse sotto voce, con ira: Spieghiamoci! È l'ora di spiegarsi!... Ma senza gridare, parlando piano fra di noi! Nessuno deve sentirci: perchè nessuno deve sapere chi sei!... E anche tu cerca d'indovinare.... tutto ciò che io non voglio dire: che non voglio dire per vergogna di te e di me! Ti basti sapere che io, adesso, ti conosco, che adesso leggo in fondo all'anima tua, in fondo alla tua cattiveria, alla tua ipocrisia, alla tua avarizia, alla tua avidit

Avvelenati: e pur sentirci in core, Sentirci nel profondo Cerebro lo splendor di mille aurore, L’idea che muta un mondo, La fede che trasporta e che rischiara; E vivere; e qual tuono Ruggire al gregge de la folla ignara O scellerata: Io sono.

Ti rincresce che non ci sia nessuno? Chi credevi? Ma pensa! Chi vuoi?... Tommy, credevi? No. Nessuno. Tu non avrai più i cattivi pensieri? Oh, no. Mai. Non penserai più a lasciarmi? Lasciarmi dovrai pure un giorno. Bisogna sperarlo. Avevo sperato.... NENNELE lo afferra per un braccio. C'è. Eccolo. S'è avvicinato all'ombra della siepe.... per sentirci. Lo vedi? Dove?

È bello fantasiare sul futuro, ma noi non possiamo uscir fuori della vita attuale per mirarne la storia attraverso la seducente prospettiva dei secoli. Non possiamo fissare unicamente, impassibili, i lontani successi d'una guerra senza vedere voler vedere la infinita schiera dei caduti, senza sentirci chiamati dal disperato appello dei loro gridi, senza sentirci trascinati a lenire le loro sofferenze, sopra tutto quando si tratta di nostri fratelli, e la guerra è per altri paesi: e specialmente poi quando riconosciamo che le vittime cadono non per la fatalit

Sfrontatezza di prete è cosa enorme, due cotanti cresce nel frate: nel gesuita poi perde peso, numero, e misura, però ci ha caso sentirci opporre: «lasciamo da un lato le arti, il pontefice ripigliava il suoAnco così non sarebbe vero; il Papa avrebbe sempre lacerato il manto pontificio per istituirne retaggio ai propri figli, e al Valentino uno stato da potere usurpare Roma e la Italia.

Giovani, liberi, innamorati, riuniti misteriosamente, ci lasciammo con una stretta di mano, e fummo felici, «sotto l'usbergo del sentirci puri.» «L'indomani colla prima corsa dovevo partire. Egli sarebbe venuto a prendermi per accompagnarmi allo scalo, per salutarmi ancora. E poi? Poi nulla. Non c'era prospettiva d'un altro ritrovo, non c'era avvenire per noi. Scriverci... era tutto.