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Io vidi piu` di mille in su le porte da ciel piovuti, che stizzosamente dicean: <<Chi e` costui che sanza morte va per lo regno de la morta gente?>>. E 'l savio mio maestro fece segno di voler lor parlar segretamente. Allor chiusero un poco il gran disdegno, e disser: <<Vien tu solo, e quei sen vada, che si` ardito intro` per questo regno.

Ma noi fuggiamo, e femminil spavento N'empie le vene, e tutto il cor n'agghiaccia; Or dove dileguò nostro ardimento? Non abbiam spirto in sen? non abbiam braccia? Mira la forza de l'orribil vento, Ch'al nemico crudel percote in faccia, È soccorso del ciel; stringiam la spada, Ed apriamo a vittoria omai la strada.

"Pare che Sua Altezza non estimi a proposito di mantenere le promesse, da lui e dalla regina, la quale or si trova nel sen della gloria, ricevute sotto la lor parola e sotto il loro sigillo. Opporsi al volere di lui sarebbe un lottar contro il vento. Io ho fatto tutto ciò che dovevo; lascio il resto a Dio." Spera di sole.

Felice speme, ch'a tant'alta impresa ergi la mente mia, che ad or ad ora dietro al santo pensier che la innamora, sen vola al Ciel per contemplare intesa. De bei disir in gentil foco accesa, miro ivi lui, ch'ogni bell'alma onora, e quel ch'è dentro, e quanto appar di fora, versa in me gioia senz'alcuna offesa.

Opera naturale e` ch'uom favella; ma cosi` o cosi`, natura lascia poi fare a voi secondo che v'abbella. Pria ch'i' scendessi a l'infernale ambascia, I s'appellava in terra il sommo bene onde vien la letizia che mi fascia; e El si chiamo` poi: e cio` convene, che' l'uso d'i mortali e` come fronda in ramo, che sen va e altra vene.

Così piangeva; ed a la man, che viva Dell'Asia i vinti Re tanto inchinaro, Ivi disciolta e di fortezza priva, Tutti in segno d'onor baci donaro; Dolenti al fin da la dolente riva Le care membra e riverite alzaro, E van con esse in ver le regie tende, E lor sempre nel sen pianto discende.

Che voce avrai tu piu`, se vecchia scindi da te la carne, che se fossi morto anzi che tu lasciassi il 'pappo' e 'l 'dindi', pria che passin mill'anni? ch'e` piu` corto spazio a l'etterno, ch'un muover di ciglia al cerchio che piu` tardi in cielo e` torto. Colui che del cammin si` poco piglia dinanzi a me, Toscana sono` tutta; e ora a pena in Siena sen pispiglia,

Sul tuo sen palpitante, oh, lascia, lascia Ch’io riposi la testa affaticata, Come timido augello sotto l’ala, Come rosa divelta e reclinata.... Ho bisogno di pace. Sul tuo giovine fronte, oh, lascia, lascia Ch’io prema il labbro acceso e trepidante, Ch’io ti susurri l’unica parola Che t’incateni a me per un istante.... Ho bisogno d’amore. Oh, si vouz rencontrez quelque part sous les cieux....

«Lo sol sen va», soggiunse, «e vien la sera; non v’arrestate, ma studiate il passo, mentre che l’occidente non si annera». Dritta salia la via per entro ’l sasso verso tal parte ch’io toglieva i raggi dinanzi a me del sol ch’era gi