United States or Burundi ? Vote for the TOP Country of the Week !


Da prima entrando il Cavalier l'inchina, E seco geme a quel dolor cotanto, Poscia con lento piè le s'avvicina, E guarda in terra e stassi immoto alquanto. Scorgendo il suo fedel l'egra Reina Stima ch'ei vegna a rasciugarle il pianto, volendo a sue pene atroci ed empie Conforto sofferir, scote le tempie.

L'Eroe gli si fe' presso, e de la doppia Sua bizzarra natura interrogollo; Quei leva il muso, allunga gli occhi, addoppia I sospiri, e fa il greppo, e scote il collo; E poi che ragli e pianti e voci accoppia, E di tanto preludio ha il cor satollo, Digrigna i denti al ciel, gli occhi al ciel fisa, Batte la coda, e parla in questa guisa: Uomo gi

Dunque sarò sfortunato amante, E fia la fede mia mal gradita, Ch'oggi per mio conforto, e per tuo scampo Tu mi rifiuti fra tante arme in campo? La Donna udendo, di stupor non poco L'anima adempie, indi formò tal note: Panta quando lasciasti? ed in che loco? Spavento de' suoi rischi il cor mi scote.

E mentre la raggiante visïone Sfolgora a me dal nudo del sereno, Mi scote e m’apre trionfando il seno Il ruggito selvaggio del leone. Non più, sotto il gran Sol che scalda e alluma Le sue grigiastre forme L’opificio respira e romba e fuma. Alto è il meriggio, e l’opificio dorme. Stagna dovunque la tristezza morta Del lavoro spezzato.

Ed ei nol prezza, e contra lor fremente Su l'elmo scote le cerulee piume, E da gli smalti de lo scudo ardente Travolve intorno formidabil lume; E fra le torme lacerate e spente Guazza nel sangue, onde trascorre un fiume, E per tutto col brando aspro s'avventa, E da lunge co' gridi altrui sgomenta.

Ma quì sovra elmo luminoso scote Argentee piume, ed in corazza ardente Con lunga asta serrata aspro percote, E tiene a freno d'Ottoman la gente: O per gran nobiltate anime note, E per virtù, ciascun si volga in mente L'antico onor, sospireremlo invano Se ne l'armi oggidì langue la mano: LXIII parla, e va ne la battaglia dura, Perchè del suo valor prova si scerna.

L'alto campion gir trascorrendo in questa, Omai trionfator dei duci spenti, Mirava Aletto, e, per crudel tempesta, Traboccar d'Ottoman l'armate genti. Quindi di sdegno la tartarea testa E gonfi di venen scote i serpenti Al collo intorno, e rimugghiando gira Mille cose nel cor gravido d'ira.

Mentre la febbre di risaia scote Feminei corpi affranti, E più non s’odon che le torve note Dei villici russanti, Veglio, ed un soffio di desir m’infiamma. .... Sogno la nova aurora, Quando, dritta qual rustico orifiamma Nel sol che l’aure indora, Serenamente splendida, brandita Da un’inspirata plebe, Sorgerò, bella di vigor, di vita, Da le feconde glebe.

Fulmina in arme il cavalier sublime, E, sparso il volto di disdegno interno, Prego non ode, i guerreggianti opprime, E fa de' fuggitivi aspro governo. Gran selce par, giù da l'alpestri cime, Da l'onde spinta e da l'orribil verno, Che scote d'Apennin l'ombrose spalle, E da lontan fa ribombar la valle.

Ma la spada AMEDEO fatta vermiglia Ver gli altri volse, ed a Rustan percote L'orrida testa, intra l'irsute ciglia Cala il tepido ferro oltra le gote; Lungo singhiozzo e sanguinoso il piglia; Vassene a terra; ivi le gambe ei scote, E fatto in sul morir tutto di gelo Con gli occhi cerca, e non ritrova il cielo.