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Venerdì 30. Larghe vallate con moltissima vegetazione: ficus giganteschi, sempre le eleganti acacie, tornano gli alberi di gardenie. Scorgiamo il lago vastissimo, con qualche isola, attraversiamo fittissime boscaglie, e poco dopo mezzogiorno ci si presenta Corata, la capitale, per così dire, del lago Tzana. Essendo questa una citt

Nell'invenzione, ne' pensieri, nell'espressione di essi, e specialmente in certa ingenuitá di descrizioni, scorgiamo, è vero, qualche indizio d'intenzione poetica per parte dell'autore; ma, preso in totale, il Poema del Cid è da considerarsi come una curiositá filologica piú che altro. Chi sia stato l'autore di questo primo vagito della poesia castigliana, è ignoto.

Lasciò varie opere, ad alcune delle quali, così il mio caro Piazza, «si è mostrata propizia l'opinione degli ItalianiIn quasi tutte però noi scorgiamo uno scrittore abituato alla lettura dei classici, ai quali attinse principj generosi, checchè ne possano dire in contrario coloro che fanno gemere i torchj sotto il peso de' libri inutili, nei quali trovansi idee comuni sulle lettere, sulle scienze, sulle arti, e ciò che più deve rincrescerci, vili adulazioni, siccome gi

Sulle vette di un'altura scorgiamo una gran chiesa; è la grandiosa chiesa del Salvatore che aveva cominciato a costrurre re Teodoro; non siamo dunque tanto lontani dalla meta, e facciamo una fermata sotto un'acacia, dove il buon Naretti indossa la sua camicia rossa a fiori gialli, vi appende la croce del prezioso cavalierato e si avvolge nello scemma ricamato dell'ordine; la sua signora mette pure il suo manto e l'elegante bornus da gran dama.

«Ma noi nulla scorgiamo» rispose Marzia incamminandosi al punto ove trovavasi l'amica. «Non vedete quanta gente si aggira dietro a quelle pianteed indicava il punto coll'indice. Le compagne rimasero attonite. Esse avevano veduto allora ciò che non potevano prima discernere; cioè, una folla immensa che, sebbene volesse nascondersi, non mancava di mostrare la sua massa imponente.

Scorgiamo anche Adua stessa, che trovandoci noi a 2200 metri si presenta come infossata: discendiamo una delle pareti rocciose quasi a picco, e proseguiamo nel fondo della vallata che rinserra.

Dietro il villaggio è un erto colle che saliamo fino a 2200 metri da dove scorgiamo da lontano il sospirato Taccazè che appare in una svoltata, in fondo a profonde valli, e dopo una lunga distesa di alture che dovremo pur troppo digerirci una ad una.

«I lavoranti stessi s'assumono spontanei la sorveglianza dei mille dettagli che assicurano l'economia e il buon andamento di qualsiasi industria. Allorchè noi scorgiamo, dice uno d'essi, nelle gallerie un chiodo dimenticato per terra, lo raccogliamo ripetendo il motto passato in proverbio: tanto di più di guadagnato per la fin d'anno.

Come potremmo intanto sfuggire al grasso lucido! Ecco un circolo di persone, in una strada qualunque, dal cui centro sorge una voce che declama. Andiamo a quella volta, che cosa troviamo? Il legittimo grasso lucido. Scorgiamo sull'angolo di una casa un cartellone rosso, attaccato or ora: ci affrettiamo a leggerlo; che cosa sar

Adesso si trovavano alle falde della montagna Cesima, su la cima della quale anche oggigiorno scorgiamo la terra di Presenzano. Manfredi ordinò che lasciassero la strada battuta, e piegando a destra s'internassero alquanto nella selva dei pini che ingombra il declivio del monte, perchè quivi intendeva posarsi.