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T'ho aspettato in su questo uscio piú d'una mezza ora, per veder se tu ci passavi; ché 'l mio padrone non era in casa e aremmo avuto tempo di stare insieme un pezzo. GIGLIO. Rencrescime, per Dios, che ho tenuto que fazer. Mas entriamo. PASQUELLA. Ho paura che 'l padron non torni, ché ha un pezzo che andò fuora. Ma tu ti debbi esser scordata la corona, eh? GIGLIO. Non, madonna; que á qui sta.

La Chimera dell'ispirazione si era allontanata da lei. Rime e ritmi, parole, visioni e sogni non la turbavano più. Ella respirava la musica che Anne-Marie suonava. Ella sognava la musica che Anne-Marie componeva. Il Pifferaro della Leggenda che per tanti anni l'aveva ossessionata col suo appello, ora non la chiamava più. L'aveva oltrepassata, l'aveva scordata.

La contessa ascolta freddamente questa apologia con un sorrisetto di scetticismo. Non sei dunque persuasa? conchiude la marchesa. No: per niente. Ma in base a che ti ostini a credere ch'egli sia stato amante mio? In base a che?!...ma se, mia cara, sei proprio tu che me lo hai detto! Davvero? Davvero. Guarda un po'! me n'ero scordata. Alla ricerca dell'infelicit

Per intrattenere aggradevolmente la numerosa adunanza io dovetti in quella sera esaurire tutta la lena de' polmoni e del cervello. Accompagnandomi ad una spinetta scordata, cantai non meno di venti pezzi da soprano, da tenore e basso; improvvisai una dozzina di sonetti a rime obbligate; declamai quattro canti della Divina commedia...

È facile immaginare come scarseggiassero i mobili in quella casa. Però non mancava un così detto pianoforte, vecchia spinetta scordata ed inaccordabile, sulla quale tutti i membri della famiglia sapevano eseguire un pezzo ad orecchio, non escluso l'ultimo bambino di cinque anni, che sonava la prima battuta del Parigi, o cara, con un ditino solo.

Che, divertimento ah? La gente s'era scordata d'andare in carrozza. Ognuno casa sua la teneva a quattro passi, e poi col sole che c'era veniva la voglia di farsela una passeggiata co' piedi nelle pozzanghere. E così la giornata se ne scivolava... Ohè?... vengo? vengo?...

La poverina ci dava del lei. Sono stizzita con la zia, risposi senza alzare il capo. Perchè? Si è scordata di darle la merenda? Tutt'altro! Guardi! E cavai fuori la mia colazione. Gli è che quando sono in campagna, non farei altro che mangiare pane scuro, proprio di quello nero, da contadini. Ha un sapore! E la zia si ostina a volermelo dar bianco. La mamma vorr

La sala è disposta in tutto come quella del teatro di piazza Montanara, ma è più grande. Il contegno degli spettatori della platea che accompagnano una musica scordata pestando i piedi, fischiando, o battendo il tempo colle dita sulla spalliera dei banchi, rammenta più di una volta il pubblico del teatro di piazza Montanara.

No no, sta tranquilla. Non è malata, anzi... Dunque l'ha vista? Sicuro. Non t'ho detto che avevo dei saluti a farti?... Ah! me n'ero scordata. E dove l'ha vista? Si sono incontrati?... Si, ci siamo incontrati...! Ma se tu mi fai quella faccia non ti dico niente. Oh! signor dottore!... Calmati. Ho visto tua sorella... E il Castellani, non l'ha visto!... L'ha abbandonata?!...

Io m'ero scordata di domandarti se Lelia è qui in casa tua; ché Gherardo gli ha detto di . CLEMENZIA. Ben sai che la v'è. Vuol forse maritarla a quel vecchio messer Fantasima di tuo padrone? che si doverebbe vergognare. PASQUELLA. Tu non conosci bene il mio padrone: ché, se tu sapesse come gli è fiero, non diresti cosí, eh! CLEMENZIA. , ; credotelo: tu 'l debbi aver provato.