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E pronto si teneva altresì alla prova dell'armi. Il borgo era munito d'ogni maniera di difese; Castelfranco, scolta avanzata del Finaro, mentendo alle ragioni per cui era stato costrutto, si mostrava preparato a sostener l'urto de' suoi fondatori. Senonchè, i genovesi parevano piuttosto propensi a minacciare, che a muover guerra risoluta e gagliarda. L'ultima ambasceria, quella di messere Ambrogio Senarega, non avea l'aria di recare ai Del Carretto le ultime ragioni della Repubblica; epperò se ne aspettava un'altra, con grande molestia dei finarini, i quali vedevano le loro valide braccia rapite all'utile lavoro dei campi o delle officine, per aspettare un nemico che non veniva mai, e tutti li costringeva a quell'uggioso stato di aspettazione, che non è guerra, pace, e non d

La sentinella che guardava lo steccato che circondava quel casamento, riconosciutili amici, aperse loro il cancello, per cui entrarono in vasto cortile ove i lavoratori destinati alla scôlta notturna, per ricrearsi, alimentavano una larga fiamma abbruciando frantumi di rotte o fracide navi: visto ch'ebbero Gabriele, gli furono rispettosamente dintorno; ed ei fece tosto richiedere di Prospero Onallo genovese, mastro de' fabbri e capitano dell'arsenale.

Era sereno il ciel, splendea la luna Ridente a mezzo della sua carriera; Nessun fragor s'udia, voce nessuna: Sol quella universal quiete intera D'improvviso venia rotta talvolta Dal grido dell'allarme d'una scolta. . . . . . . . . . . . . . . . . . . Dall'alto spaldo del veron qual era Grande della persona ed aiutante Al lunar raggio discopríala intera Il desioso sguardo dell'amante.

Tornato il Pusterla a Milano nascostamente, la bandiera sulla torre annunziò la venuta sua, la solita scolta d'uomini d'arme vegliava alla porta. Ma poichè tutto il giorno ebbe tempestato l

Venne invece la scolta dei vigili che iniziarono sùbito una partita ai dadi sopra il tamburo. Tutto questo in bell'ordine, con intelligente prontezza, come non si era mai fatto anche le altre volte. Improvvisamente una grande luce di bengala illuminò il teatro. S'avvicinava il momento della risurrezione.

Non appena il cavaliere giungeva sulla crina del poggio, che la scolta della torre l’aveva annunziato al fido scudiero del Castellano. Guidotto, tale era il suo nome, stava occupato a forbire le armi del nobil Signore, cui per doppio titolo dipendeva, essendo figlio del castaldo di Vergiole. Affacciatosi agli spaldi, col suo occhio di lince anche a molta distanza aveva gi

Lo colse un brivido, gli rimorse d'essere venuto per un giro troppo lungo, si slanciò innanzi risoluto, seguisse quel che poteva seguire. Infilando i pergolati, s'udì spianare in faccia uno schioppo, e una scolta francese gridargli chi fosse.

L'ingresso detto da terra, che si apriva sul Campo dell'Arsenal, era invece custodito da un altro manipolo di cannonieri e di schiavoni, i quali facevano la scolta sotto la grande porta del leone alato, sopra alla quale troneggia la statua di Santa Giustina.

Durante le ore in cui e Marco e i militi di guardia alla fortezza vecchia alternavano la scolta e la stanzetta del guardiolo, una scena ben diversa accadeva nel quartiere della Venezia nuova da noi accennato e precisamente all'osteria dei Tre Mori, posta nel vicolo che dalla Crocetta mette alla via di Sant'Anna, via remota, solinga, del peggio quartiere di Livorno, dove un galantuomo non può passare pei fatti suoi nella notte senza pericolo di essere gratuitamente sventrato, e di giorno senza che gli sia rubata la pezzuola, l'oriuolo o la borsa.

Con esso rimase d'accordo che, quando egli, dopo la scolta che a momenti verrebbe a rilevarlo, entrerebbe ancora in sentinella, farebbero uscire i due dalla prigione, e per la guardina del carceriere, scendere in un cortiletto posteriore, dov'era la porta del soccorso, non divisa dallo spianato che per un fossatello largo un passo.