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Allora avrai da me danaro per comperartene altri, come a dire del Vico, del Burke, del Lessing, del Bouterweck, dello Schiller, del Beccaria, di madama de Staël, dello Schlegel e d'altri che fin qui hanno pensate e scritte cose appartenenti alla estetica: il Platone in Italia del consigliere Cuoco sará l'ultimo dei doni ch'io ti farò.

Il dilicato e gentile amante di Beatrice, il pietoso narratore delle altrui sciagure amorose non ha bisogno qui d'esser difeso dalle accuse di Federigo Schlegel, dalle altre di M. Hallam, che rinfaccia a Dante troppa ira contro la patria. Dante amava la sua patria piú che chiunque; ma ne odiava i delitti.

E nondimeno il lettore giudizioso rinfaccia non di rado a molti de' primi la mancanza di sagace discernimento, della quale per lo piú si suole fare accusa a' secondi. Fra gli stranieri che scrissero della nostra letteratura sa ognuno quanto romore suscitassero di recente madama di Staël, il signor Sismondi, il signor Schlegel, il signor Ginguené.

Sedeva a capo al lungo desco Gian Giacomo medesimo, che era adornato d'un mantelletto corto di broccato d'oro alla foggia spagnuola, di grand'uso allora in Lombardia; alla sua destra stava Teodoro Schlegel di Dares, Abate di Fristemburgo, gi

Colla distinzione di «studio accessorio» e di «studio principale» Grisostomo ha voluto separare i dotti da' pedanti. Lo studio del greco fu, per esempio, accessorio nello Schlegel, che se ne serví per penetrare nello spirito delle tragedie greche piú addentro di qualunque erudito; ed è parimente accessorio in chi ne profitta per far dono all'Italia d'ottime traduzioni di que' capi d'opera.

E per persuadere di questo i suoi lettori e per confutare ad un tempo stesso un'opinione, tanto o quanta contraria, di Federigo Schlegel, che nella sua Storia della letteratura antica e moderna chiama bensí Dante il «maggiore de' poeti cristiani», ma gli rimprovera qualche poco di ruvidezza d'animo, la Rivista con lunghi commenti presenta ad essi un lungo florilegio di passi dilicatissimi, tolti dal poema e dalle rime di Dante.

A capo dell'ultima schiera che uscì dal Castello apparve fra mezzo a numerose ardenti fiaccole Gian Giacomo, coperto d'intera armatura, coll'elmo lucentissimo sormontato da bianche penne. A fianco a lui stava il vicario del Castello, Teodoro Schlegel, abate di Dares, in auree vesti sacerdotali, preceduto da varii camilletti in bianche stole, l'uno de' quali recava un crocifisso d'argento, ed un altro la sacra martinella da sospendersi all'albero del brigantino: davanti ad essi procedeva un gonfaloniero armato che portava il gran vessillo mediceo coll'asta dorata. Il brigantino era stato, per quanto il concedeva il basso fondo delle acque del porto, accostato al molo, ove la ciurma aveva gettato un ponte mobile onde renderne comodo l'accesso, togliendo la necessit