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Scegliete, signore, aggiunse egli, indirizzandosi a Balbek con piglio altero: O io apro questa porta e convoco tutti qui, per constatare che l'ambasciatore di Commodo V ruba al giuoco, o fo chiamare la polizia e vi consegno alla giustizia; o voi andrete a scrivere qui e noi la firmeremo tutti una dichiarazione, che voi avete rubato al giuoco in casa mia.

Ah, ecco, esclamò la marchesa, con accento d'ironia, voi altri uomini gravi non vi degnate di entrare nelle nostre faccende, che chiamate superbamente frascherie femminili. Eppure, gli è proprio per queste frascherie che v'infiammate voi altri e scegliete le vostre regine. Signora, disse Ariberti, voi non avete mestieri di questi.... ammenicoli.

Mi avevi detto nella grande, ma ho guardato anche nella piccola. È strano.... perchè.... Oh, mamma! Posso portarli via addirittura questi studi? Come volete. Ve li incarto. Prende due studi. Questi due? Sono tutti belli. Scegliete voi. MASSIMO e detti. Gran ritardo. O Max. Buon giorno, zia. A Nennele. Come va? Ti aspettavo. Mille guai. Vede Giulia coi due studi in mano. È la tua pittura quella?

Matteo Cantasirena era gongolante, e volle regalare a Evelina e a Pietro Laner, tutto il mobilio e le tappezzerie del salotto di ricevimento, per il loro quartierino di sposi: Scegliete, ordinate tutta la roba di vostro gusto dal Vergani; e poi il conto, lo mandi a me.

Signore rispose Vitaliana levandosi anch'ella, di una voce calma ma decisa voi non avete che tre modi per impedirlo: uccidervi, lasciarvi uccidere, ucciderci. Scegliete, ed addio. Io dico addio, signore! Il duca dette un salto ed avvinghiò le mani al collo di sua moglie. Vitaliana neppure trasalì. Balbek indietreggiò, tutto ontoso, ed uscì dicendo: Mille scuse, madama. Il dado era tratto?

Una lagrima spuntò sulle ciglia di Eugenia; voleva parlare, ma il pianto le faceva nodo alla gola. Il vile, vedendola intenerirsi, non pose tempo in mezzo, e disse estraendosi da tasca una rivoltella: «Signora, scegliete: o firmate o mi uccido ai vostri piedi

E dovrebbe aprirli sul valore del vostro senno politico. Fra i Governi costituzionali e i dispotici, tra l'Inghilterra e l'Impero, voi scegliete di stringervi alla tirannide dell'Impero, e vi stringete ad essa quando appunto essa accenna a rovina.

Ma, signor commissario, ella mi rubava. Voi non la pagavate abbastanza. Ma, signore, ella restava fuori tutto il giorno, Dio sa dove, mi mancava di rispetto, non faceva il suo dovere, mi dava degli ordini.... E voi, non avete i vostri difetti, voi! I miei pensionari se ne lamentavano. Ah! Ebbene, essi avevano torto, e voi avete torto. Scegliete.

Giustissimo. Voi vedete seguita a dire il buon sindaco che da una macchina incosciente per votare, all'onesto uomo il quale resta fedele al programma politico che ha giurato ai suoi elettori di difendere, c'è una bella differenza. Invece di accettare un candidato che domanda la deputazione, respingetelo, concludeva, per questo solo che egli si presenta da (non può essere che un ambizioso volgare); scegliete voi stessi il vostro rappresentante fra i galantuomini che avranno accettato il vostro programma, e allora non esporrete più il vostro paese a cadere sotto il giogo demoralizzatore di un parlamento il quale non tiene conto alcuno della volont

Attendete le solenni promesse. Conquistate l'amore de' milioni. Tra l'inno de' forti e dei liberi, e il gemito degli schiavi, scegliete il primo. Liberate l'Italia dai barbari e vivete eterno! Afferrate il momento. Un altro momento, e non sarete più in tempo. Rammentate la lettera di Flores-Estrada a re Ferdinando; rammentate quella di Potter a Guglielmo di Nassau!