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GIULIO. Mentre hai detto cotesto, aresti risposto a quanto voleva. Mastica sa queste cose? SQUADRA. Come non le sa, s'egli ha portato e riferito l'ambasciate e ogni giorno mangia col capitano? GIULIO. Mi sapresti dir dove fusse? SQUADRA. Ove si mangia o si tratta di mangiare. GIULIO. Tutto questo sapevo io. SQUADRA. Perché dunque ne me dimandi?

E neanche la Wilsoncina, no, niente nientissimo. Che uomo sei tu, che non ti basta neanche la parola? Fai anche le tue supposizioni sul fatto che io non la nomino. Sei troppo sospettoso. A buon conto, non son io che te ne ho scritto? Se non t'accennavo io il suo nome, un mese fa, non ne sapresti forse l'esistenza; certo, ne ignoreresti la presenza in Corsenna.

La voce di Drollino era orribile a udirsi: roca, sibilante, con un suono alterato, gutturale, come il congegno d'una macchina che, spazzata, stride sotto la mano di chi lo tenta. Il Duca dominò un brivido, e continuò: Forse, nevvero, vuoi parlarmi dell'accidente in cui la tua generosa audacia.... Sapresti.... potresti dirmi chi?... Si dice che sia stato un attentato. E tu sai...? Lo so!

LECCARDO. Anzi la fortuna s'è incontrata con te senza saper chi fussi, e tu senza conoscerla ti sei incontrato con lei. DON FLAMINIO. Che m'apporti? LECCARDO. Le vesti, le gioie e l'istessa Carizia: piú di quel che m'hai chiesto e sapresti desiderare. DON FLAMINIO. Perché dicivi di no?

Ma ben m'incresce non poter tenerti come vorrei perché, in fin che non passa bene il sospetto, non ci veggio modo d'accettarti in casa. FILOCRATE. Soi contiento con eso. Non quiero otra cosa. Dios os pague el gualardon. DEMOFILO. Sapresti darmi nuova d'un signor Fabio Negri di Valenza? FILOCRATE. En verdad no le cognosco. DEMOFILO. Che si fa in quelle bande? che si dice di nuovo?

L'articolo. L'articolo! Tu studi di queste cose? Devo insegnarle, non le so. Non sai cos'è: l'articolo? Avanti, dimmelo tu. La, il. Sai che quelle parole sono degli articoli. Ma non mi sapresti dire netto e spedito che cosa sia l'articolo. E ancora questo forse ma l'avverbio, ma l'interiezione! Ah! Vediamo. L'articolo è una paroletta che si può declinare. Declinabile, dice.

Passò dinanzi al palazzo dell'Isola. Voleva essere rassicurato intieramente; il caso lo favorì. Vide il vecchio cameriere del duca suo zio, seduto fuori della porta; sapeva che di quell'uomo poteva fidarsi intieramente. Ascolta, gli disse, mentre quegli dava in esclamazioni di sorpresa e di ossequio nel riconoscerlo: Sapresti dirmi ov'è il duca?

Scambiate appena alcune parole con Emilio, il fratello di Matilde, come soleva, offrì dei sigari e aprì la cassetta. Il domestico raddoppiò di ardore nell'agitare lo strofinaccio. Ah, ah! sclamò Cesare che si accorse della sparizione dei migliori sigari. Qui c'è stato un leva ejus... Battista, sapresti darmene notizia? Il domestico voltò verso il padrone una faccia stupidamente franca e sicura.

Si ammira!... disse sorridendo l'altro. Ammirare non è amare! lo comprendo pur troppo... Se ciò non fosse, allora, posto tra donne egualmente belle, non sapresti chi scegliere. Forse hai ragione; ma io non ho mai provato.... Non mi sono mai confuso nell'abbondanza, io....

Sapresti servirtene all’occasione? Bandino. È una reliquia. Mortella. Non vi sono reliquie che uccidono? Più tardi, con te, voglio entrare in quella stanza, voglio toccare con te tutte le reliquie e inginocchiarmi con te sul suo inginocchiatoio, fratello e sorella, accosto accosto. Vuoi? Bandino. . Mortella.