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Pierino montò in superbia per le lodi dei professori e per una certa gloriola che si era procurata anche fra gli scolari con una sua ballata in versi: Napoleone a Sant'Elena.

A chi aveva osservato da vicino il prigioniero di Sant'Elena, cotesto risveglio del culto di Napoleone doveva certo sembrare incomprensibile. La storia moderna non conosce spettacolo, che provochi con tanta violenza l'odio amaro degli uomini, come questa fine furfantina di un grandioso arringo di eroe. Certamente nessun conoscitore di uomini si sorprende, che la passione vulcanica di questo violento si sfoghi ora in una irrequietezza febbrile, e in un maligno arrabbiarsi coi buoi e i gatti del vicino: il non far niente doveva essere un inferno per questo genio della potente attivit

Erano dove la via correva tra le ortaglie del borgo, quasi in ripa ad una gora, che mena anche adesso l'acque ad un antico mulino; e vedendo a man diritta una chiesetta campestre, la signora Maddalena si raccomandò al santo patrono di quella, qualunque egli fosse. Quella chiesetta era dedicata a Santa Marta, e sorgeva allora solitaria in mezzo a quegli orti; ma oggi la stringe dall'un dei lati, il cimitero, dove se ne va in pace la nostra gente; dall'altro stanno quattro muricciuoli a nascondere due tombe; nelle quali (molti lo credono) si dice che stia rinchiuso il bieco governatore di Sant'Elena, colla sua famiglia. In verit

A distanza di secoli le grandi vittime si rimandano il medesimo grido di dolore e di orgoglio; a distanza di continenti e di mari le cime tragiche si veggono l'una l'altra, e Cristo morente si volge verso il Caucaso, e Napoleone da Sant'Elena guarda verso il Golgota.

La parola terribile di Sant'Elena era gi

T'inganni, mio caro: nel Memoriale Sant'Elena Napoleone ha giudicato Macchiavelli, in un periodo di molto imperfettamente. Io non l'ho letto e non lo leggerò mai; non ammetto Napoleone che scrive. E così che cosa pensi tu del Macchiavelli? Troppo per potertelo dire qui. Allora sei nel mio caso, che non ne penso nulla e non ne posso parlare affatto: parliamo dunque di Napoleone I.

E insegnarono che solo diritto è il fatto, e solo creatore del fatto l'arsenale dove s'accumulano strumenti di guerra; e le idee essere nulla, e i grossi battaglioni d'assoldati ogni cosa: dimenticando come il Potente dalla doppia vita, ch'ebbe ad arsenale l'Europa e ad esercito gli eserciti di tutte le genti d'Europa, giacesse cadavere di prigioniero in Sant'Elena, per avere, com'ei ripeteva morente, camminato a ritroso delle idee del secolo.

«Quando il leone dell'Elba scosse le catene per ritornare in campo a ricominciare la lotta, i popoli, scorati o ribelli, lo rinnegarono, lo consegnarono al nemico, l'obbliarono o, peggio ancora, ricordarono lui vivo e sofferente a Sant'Elena come una sublime figura istorica gi

E dalle solitudini di Sant'Elena lo spirito di quel Potente manda a chi sa intenderla una voce che dice: la corona delle vittorie immortali non posa se non sulla tomba del forte, che, dimentico di stesso, combatte sino all'ultimo giorno pel santo Vero e pel Diritto dei Popoli.

Perchè si parla dunque ancora della Maschera di ferro, di questo povero gemello di Luigi XIV, che morì alla Bastiglia senza aver mai potuto mostrare il volto? Non è dunque una maschera il viso di ogni uomo grande, al quale gli avvenimenti non consentono di mostrarsi? Che cosa è più il pugnale di Bruto o lo scoglio di Sant'Elena, che conchiudono una vita gloriosa nella quale l'individuo assorbì tutto un mondo, dinanzi a questa prigionia nell'ombra e nel silenzio sofferta dai rivali, cui fu contesa l'espressione del pensiero e l'azione della volont