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Lasciamo i Santi, via, e parliamo di cose umane: fratel mio, voi sapete meglio di me, che Sant'Agata fa Vescovo, e Benevento Arcivescovo; ora nella gerarchia ecclesiastica l'Arcivescovo può molto maggiori cose del Vescovo: e poniamo che a quello riuscisse, a questo no, ditemi, fratello, non vi rimorderebbe la coscienza di averlo così trasmesso da Erode a Pilato

La cavalcata si mosse, e Bartolomeo Fiesco la lasciò andare un bel tratto, fin che non ebbe passato tutto il sobborgo. Poi si mise a sua volta in viaggio, andando di portante lungo la sponda destra del Bisagno, fino al ponte di Sant'Agata, e di l

Ora non ricordo più che cosa ella cantasse, ma ho ancora nell'animo l'impressione di quella voce limpida, ferma, che gettava in mezzo al rumore delle onde agitate una dolce melodia del Bellini, o forse piuttosto del Verdi.... Io dovevo farmi violenza per non farle capire che cominciavo a temere qualche pericolo con quel barcaiolo vecchio, mezzo sfinito, che alternava con maggior frequenza invocazioni alla Madonna e a sant'Agata e brutali bestemmie.

Per finirla collo schizzo della villa, dirò che in tutto quanto vi corre all'occhio di animato e di inanimato, di mobile e di immobile, tutto qui è bello, semplice, attraente. Come più sopra ho affermato, nella villa di Sant'Agata c'è il lusso del gran signore e il gusto eletto dell'artista di genio.

«A Sant'Agata! a Sant'Agataripeterono tutti; e se i ribaldi lo gridassero di cuore non è da dirsi, imperciocchè ad ognuno di loro paresse sentire la stretta del capestro alla gola. Tolsero di peso l'infelice giovane per piena dello affanno caduto in deliquio; ed esclamando: «Largo, Cristiani, in carit

Questo don Pedro (sussurrava la fama) in fatto di costumi e di religione procedeva più rilasciato, che non consentivano cotesti tempi; e fra le tante si narra questa di lui. Visitando a Catania, in compagnia della Duchessa sua moglie, la chiesa di Sant'Agata, gli porsero a baciare le mammelle di cotesta santa, conservate con grandissima venerazione col

«Il mal vien dalla radicerispose Adelasia, « posso darmi pace come costei abbia scelta per favorita la nostra signora. Guardimi Dio da sparlare di tale amica quale mi si professa Gismonda; ma per me la reputo la più insipida gentildonna del Regno. Pel sangue poi credo che il nostro valga bene il suo, Matelda.» «Sant'Agata benedetta! che dite mai, Adelasia?

La strada di Levante faceva allora più sghembi che non ne faccia ora, con tanti mutamenti e allargamenti di vie provinciali. Ma non riusciva neanche troppo più lunga per l'uomo a cavallo, che fra trotto galoppo e portante non impiegava più di cinque ore dal ponte di Sant'Agata sul Bisagno a quello di Santa Maria Maddalena sull'Entella.

Sangue di...! Corpo di...! bestemmiava sotto voce il barcaiolo, come più il mare si faceva cattivo. Hai paura? domandai a Paolina. No. Tienti forte al panchetto. Sta' tranquillo, non occorre. Sant'Agata benedetta!... Madonna delle Grazie! tornava e brontolava il vecchio, che sosteneva male le spinte delle onde e non riusciva più a filar diritto. Badate! urlai.

La mia prima visita a Sant'Agata data dal 1867. Io era andato dal Verdi per eseguire dei rappezzi al libretto La forza del destino, che l'illustre maestro pose in scena l'anno dopo al teatro della Scala. Più tardi tornai replicatamente alla Villa mentre era in gestazione l'Aida.