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Alzatosi da tavola, sellò il morello, mise nelle bisaccie il gabbione col furetto, due pani bianchi, un fiasco di vino, un quarto di ricotta salata, un po' di salsiccia e quattro sedani: e montato a cavallo, con Vespa e Monaca dietro partì per Pietracaduta.

Entrava Masi con le bisacce. Non state a incomodarvi, compare, ho portato un po' di salsiccia. E fattosi incontro al contadino, la cavava fuori dalle bisacce coi sedani, il pane, il fiasco e la ricotta: dava l'una al campiere, posava le altre cose sul deschetto. Oh, non c'era proprio bisogno.... basta, sempre compito don Castrenze!

E Giorgi, dicendo ciò solo per cerimonia, stendeva la mano, e pensava con piacere che di quella salsiccia ne prenderebbe una satolla. Mezz'ora dopo i due amiconi erano seduti al deschetto senza tovaglia, davanti alla salsiccia che aveva quel bel colore dorato degli arrosti cotti appuntino.

Ora invece pensava che non era stata onesta la sua condotta: il padre.... via, bisogna confessarlo, era nel pieno diritto di far salsiccia di lui. Che farebbe egli nei suoi piedi? E aveva figli, e non era giusta che avesse a cimentar la vita a quel modo. Come fare dunque?... Come fare?... La cosa la sapevano loro due solamente.... se lei si potesse maritare!... Ma il marito s'accorgerebbe certo.... bene, ce n'eran tanti dei mariti che avevano fatto la faccia brutta la prima notte, e il marito di Rosa con gli altri: non stava la difficolt

Giorgi si levò di tasca il coltello, l'aprì, e si mise a tagliare il pane: dette la parte dell'orliccio all'amico, ne posò un'enorme fetta accanto al suo piatto; partì la salsiccia, aspettò, lasciandoci gli occhi sopra, che l'amico si servisse, infilzò il coltello in un rocchio, e si mise a mangiare a bocconi doppi. E che si dice, compare Giorgi, domandò il galantuomo ammiccando.

Ma la provvidenza, che non abbandona mai i suoi figli nemmeno quando mangiano la roba degli altri, aveva pensato a far passare una lepre sotto il tiro maestro del sor Mauro. Tre oche e una lepre in compagnia di qualche cappone a lesso, con guarnizione di salsiccia e di mortadelle fatte in casa e il tutto irrorato da tre qualit

Il gusto dei Romani per le figure, per i gruppi, per ogni rappresentazione scenica è generale e pronunciato in modo meraviglioso. Non vi è festa, in cui non si possa riconoscere. In parecchie chiese si possono vedere raffigurate scene bibliche, leggende, la nascita, la passione di Cristo. Si può osservare questo senso nelle botteghe stesse dei venditori di commestibili e nei banchi, dove si fanno cuocere cibi sulla pubblica strada. Anche questi hanno i loro santi, i loro patroni, le loro feste e gareggiano nell'adornare i loro negozi con fiori, pitture, lampade, statuette. Non appena arriva il carnevale, le botteghe dei pizzicagnoli, dei venditori di cacio, di salsicce, di prosciutti e di altre specie di commestibili, assumono l'aspetto di tempietti, nei quali in certo modo è venerata una preziosa salsiccia quale divinit

Accelerate ancora il vostro passo di corsa! L'esca val bene la vostra fatica! E' un papa, dopo tutto, che vien dal cielo e rappresenta Dio, Fra voi, vi sono alcune migliaia di bruti che lo scambiano semplicemente per una grossa salsiccia.... Saporita, comunque.... E mi vanto d'averla rubata io stesso nella dispensa fetida del Vaticano! Su!